Palazzo della Mercanzia a Bologna
negativo,
post 1904 - ante 1915
Giovanni Lanzoni
1911/ 1918
La lastra rotta è stata montata a pacchetto in un vassoio di cartone conservazione a grammatura pesante e di spessore adeguato e doppiata nel recto da una lastra di vetro neutro. Il supporto, avendo subito rotture complesse, è stato poi ulteriormente immobilizzato da un altro strato in cartone che blocca i quattro lati, fungendo da passpartout. La struttura rigida così ottenuta attraverso l'impiego di materiali neutri, permette di visionare la lastra senza pericoli.La lastra non è conservata all'interno di una scatola, ma separatamente in una cassettiera e collocata dentro una busta a quattro falde di cartone conservazione di grammatura 170 g/ m
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Bologna - Architetture - Palazzo della Mercanzia
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MATERIA E TECNICA
gelatina bromuro d'argento/ vetro
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Lanzoni: fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio Fotografico SBSAE BO
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia della ditta fotografica di Luigi Lanzoni(1845-1914),iniziò con la Fotografia Felsinea prima del 1887,quando l'atelier di via Indipendenza 23,venne ceduto a Raffaele Borghi.Evidentemente l'inizio dell'attività non garantì a Luigi un reddito sufficiente per registrarsi alla Camera di Commercio,dove risulta essere iscritto solo a partire dal 1888,quando si trasferì in Piazza di Porta Ravegnana 2,cambiando nome:"Fotografia Luigi Lanzoni, Dalle due Torri n.2 - Bologna".Tre anni più tardi,nel 1891,venne mutata nuovamente l'intestazione in"Premiata fotografia L.Lanzoni e Figlio",quando subentrò,accanto al padre,il figlio Giovanni(1875-1926).Nel 1911 Giovanni rimase l'unico titolare dell'atelier,che nel frattempo venne trasferito nella sede di via dei Giudei1,dove restò sino alla cessazione nell'agosto del 1918.Fra i primi lavori di Luigi,è celebre l'immagine compiuta in occasione dell'Ottavo Centenario dell'Università durante l'orazione di Giosuè Carducci davanti alla presenza della Casa Reale e dell'intero corpo accademico,avvenuta il 12 giugno 1888.Una decina d'anni dopo,i Lanzoni iniziarono a collaborare con il Comitato per Bologna Storica e Artistica,attraverso un rapporto lavorativo piuttosto duraturo,che andò a coprire un arco di undici anni.La "riunione di colti cittadini" ebbe il suo primo consiglio direttivo nel 1901,quando venne nominato consulente artistico Alfonso Rubbiani,personalità di spicco dell'ambiente bolognese,nel quale era conosciuto e stimato per gli interventi di ripristino della chiesa di San Francesco. Il connubio tra il Comitato e l'architetto si concluse solo alla morte dello stesso Rubbiani,avvenuta nel settembre del 1913,quando venne sostituito da Achille Casanova e Guido Zucchini.Nel corso della sua lunga attività fece regolarmente ricorso alla fotografia,sia al fine di verificare i dati delle sue ricerche archivistiche,sia soprattutto per documentare lo stato del monumento,magari anche a cantiere aperto.Qui si intersecarono le storie dei Lanzoni e di Rubbiani,quando i primi divennero i fotografi degli interventi da eseguire o di quelli già compiuti dall'architetto,tra il 1904 ed il dicembre del 1915(stando alle date delle ricevute conservate presso l'Archivio del Comitato).Le lastre negative dell'Archivo fotografico della Soprintendenza sono 33(oltre ad un positivo senza lastra)e,assieme alle 97 depositate presso il Comitato,formano il nucleo più cospicuo sopravvissuto dell'opera dei Lanzoni.La loro situazione conservativa è piuttosto precaria sia per gli avvicendamenti che dovettero subire nel dopoguerra,come racconta dettagliatamente Zucchini nell'articolo del 1957,sia per i materiali utilizzati dai Lanzoni,che,con buona probabilità,non dovettero essere di prima scelta. Il lavoro svolto dai fotografi si pose come fondamentale sussidio dell'opera progettuale di restauro,documentando in maniera molto dettagliata il cantiere del Podestà e di Re Enzo, oltre agli interventi in San Domenico, San Martino, Collegio di Spagna, Palazzo dei Notai ed in molte altre fabbriche bolognesi.Il restauro del Palazzo della Mercanzia venne compiuto nel 1889 da Rubbiani insieme ad Alfredo Tartarini,prima dell'inizio della sua collaborazione col Comitato B.S.A., non ancora fondato. La Camera di Commercio li aveva incaricati qualche anno prima, nel 1886, di progettare ed eseguire i lavori di intervento. Vennero eliminate le aggiunte del precedente restauro del 1837 compiuto dall'ingegnere Scarabelli, inoltre sulle tracce delle antiche cromie, vennero ridecorate alcune parti e si realizzò una balaustra di collegamento in muratura alla base delle colonne della loggia. Successivamente Rubbiani tornò ad interessarsi degli interni del palazzo, quando nel 1897 sostituì l'atrio ellittico in "forma quadrangolare e stile Bentivolesco". La cronologia di ripresa del negativo è difficilmente accertabile, certamente rientrando nell'arco di 11 anni in cui i Lanzoni furono legati al Comitato, dal 1904 al 1915, ma non ulteriormente precisabile per la mancanza di interventi sul palazzo documentati in quel periodo. Resta in ogni caso un'importante immagine che documenta la fisionomia della fabbrica prima dello sventramento subito per gli eventi bellici della seconda guerra mondiale, poi in seguito risarcita dalla ricostruzione degli anni successivi
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800378655
- NUMERO D'INVENTARIO F R 22
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI sul supporto secondario: recto: in basso a sinistra: sul passpartout - RAGAZZI L.T. N° 22 - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0