Redentore benedicente di Francesco da Rimini

positivo, ca 1874 - ca 1874
Anriot, Emilio
1861-1869

Il supporto secondario mostra negli angoli in alto traccia evidente di una passata affissione tramite puntine. Inoltre gli sbiadimenti dello stesso supporto denunciano un collage dell'intera serie dedicata agli affreschi francescani

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Storie della vita di Cristo - Pitture murali
  • MATERIA E TECNICA albumina/ carta
  • ATTRIBUZIONI Anriot, Emilio: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
  • LOCALIZZAZIONE Noviziato di S. Ignazio
  • INDIRIZZO Via Belle Arti, 56, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). Fondamentale per la ricostruzione delle complesse vicende storiche degli affreschi del refettorio vecchio di S. Francesco, la serie Faccioli di cinque immagini documenta la situazione conservativa della parete che ospitava le pitture di Francesco da Rimini, precedentemente l'intervento di stacco avvenuto nel 1881. Ad una prima ripresa complessiva che mostra interamente i tre registri pittorici, la stessa pubblicata da Brach nel 1902, seguono altre quattro albumine che riprendono alcune delle scene in cui è partita la decorazione.Attraverso un riscontro con i documenti d'archivio dell'Accademia di Belle Arti, da una lettera di Michelangelo Gualandi rivolta all'istituzione, è emersa la notizia di un soprallugo compiuto dal fotografo parigino Emilio Anriot (chiamato "Henriot") nel 1874 per riprendere gli affeschi, già in pessime condizioni per l'utilizzo del refettorio ad uso, prima di dogana, poi di salara, come magazzino di stivaggio del sale (la salsedine e la nitro provocarono la polverizzazione parziale della pellicola pittorica). Nonostante il fotografo a queste date avesse già lasciato Bologna per Roma (1869), è ipotizzabile un rientro temporaneo per questo importante lavoro, anche se non appurabile con certezza documentaria. Il riferimento ritrovato nei carteggi dell'archivio accademico è collegabile ad altro un sopralluogo, di cui sempre troviamo notizia nei documenti, che avvenne nell'agosto del 1874 (il medesimo anno delle fotografie francescane), per la ripresa di una antica pittura murale nella chiesa di S. Domenico, per la quale era stata richiesta una perizia a Faccioli (NCTN 00366361). Affiancando i diversi fototipi si nota un'affinità stilistica, oltre ad una contiguità fisica, che non può essere frutto del caso, ma riconducibile alla medesima paternità autoriale.Della immagine del Cristo affiancato da due angeli rimane soltanto il busto del Redentore, ancora conservato, dopo lo stacco ottocentesco, nella chiesa francescana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800366363
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/277
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Pinacoteca Nazionale di Bologna e Palazzo Pepoli Campogrande
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2011
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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