Veduta esterna di Castel Sismondo a Rimini

positivo, post 1861 - ante 1869
Anriot, Emilio
1826 - 1869/ post

Il positivo è incollato su di un supporto secondario cartoncino beige a grammatura pesante

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Rimini - Architetture - Castelli
  • MATERIA E TECNICA albumina/ carta
  • ATTRIBUZIONI Anriot, Emilio: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
  • LOCALIZZAZIONE Noviziato di S. Ignazio
  • INDIRIZZO Via Belle Arti, 56, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). L'ipotesi che il fototipo sia stato compiuto dal parigino Anriot negli anni della sua attività bolognese, dall'apertura nel 1861 dell'atelier di via Mercato di Mezzo 56, alla successiva sistemazione in via S. Mamolo 102 (dal 1864), sino al trasferimento romano avvenuto nel 1869, non è appurabile con certezza. Lo stesso Castel Sismondo non mostra particolari indizi utili alla datazione: la costruzione di sinistra addossata al castello, appena visibile nella ripresa, venne edificata nel 1826 ed utilizzata come magazzino del sale, mentre l'apertura ad arco a tutto sesto sulla torre scalare maggiore presenta un'inferriata che venne posta in opera già dal 1854, dopo la trasformazione del complesso in carcere. La situazione fisica della struttura esprime perfettamente i caratteri di semplificazione introdotti dal progetto dell'ingegnere Andrea Zoli (1825-1826) che ne pareggiarono il fossato (già parzialmente interrato nel secolo precedente) e ne distrussero ogni residuo riferibile alla cinta muraria esterna.La ripresa del principale ingresso verso la città, effettuata dalla vecchia 'Corte a mare' (attuale Piazza Malatesta), appare particolarmente evocativa: i volumi puliti ed essenziali, spogli, si strutturano plasticamente in pure forme geometriche, come estrapolati dal tessuto urbano della città, isolati volutamente nell'inquadratura che evita -quasi- ogni contaminazione con le architetture circostanti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800366318
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/232
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Pinacoteca Nazionale di Bologna e Palazzo Pepoli Campogrande
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2011
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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