Bologna - Santuario Stefaniano - Chiostro romanico

positivo, ca 1919 - ca 1919

Il positivo, privo di supporto secondario, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Santo Stefano/ da P_000295 a P_000384”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario. Nel verso del positivo sono presenti alcune indicazioni per la pubblicazione dell'immagine: "59%/ CAP. III/ Parte III/ FOTO 42/ BASE cm 13/ pag. 278/ tagliare come è meglio per la/ composizione della pagina" (il fototipo risulta infatti pubblicato in Serchia 1987, p. 282)

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Bologna - Complesso di Santo Stefano - Chiostro benedettino
    Architettura - Chiese - Loggiati
  • MATERIA E TECNICA gelatina ai sali d'argento/ carta
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il fototipo è stato pubblicato all'interno del volume "Nel segno del Santo Sepolcro" a pagina 282 (a cura di Luciano Serchia 1987, vedi BIB). L'immagine mostra il fianco nord-orientale del Chiostro benedettino, con la sopraelevazione settecentesca dovuta a Carlo Francesco Dotti, prima delle demolizioni del 1919. La parte di chiostro che confinava con la chiesa della Trinità venne infatti compresa tra gli interventi di restauro novecenteschi promossi da monsignor Giulio Belvederi, sotto la direzione dell'architetto Edoardo Collamarini. Il fianco laterale destro della chiesa venne riportato alla luce - il profilo del fronte monocuspidato a capanna è già tracciato sulla parete - a scapito dell'abbattimento della porzione di convento soprastante la Trinità. La ripresa dovette essere effettuata in stretta prossimità all'inizio dell'intervento. I tre positivi Bolognesi & Orsini (da inventario P_000352 a P_000354, vedi ROZ), che riprendono diversi punti di vista del quadriportico loggiato di Santo Stefano, furono probabilmente realizzati in un'unica occasione: una ghirlanda è affissa ad ogni prospetto del cortile; è probabile che le corone d'alloro siano da collegarsi al fatto che sin dal gennaio del 1919 l'Associazione Madri e Vedove dei Caduti in Guerra propose di istituire nel chiostro un lapidario ai caduti, inaugurato poi il 12 giugno 1925. Attorno al 1919, i fratelli Alfredo e Angelo Bolognesi, in accordo con Armando Orsini, costituirono lo studio fotografico “Bolognesi Orsini”, dopo l'esperienza dell'atelier "Fotografia La Moderna"; la ditta fu attiva sino al 1934 – anno di morte di Orsini - in via Indipendenza 22. Ricorda Zucchini, nel suo prezioso contributo del 1957 in “La Mercanzia” (vedi BIB), che i fratelli Bolognesi erano abili e precisi, inoltre quando lo studio fu posto in liquidazione molto materiale fu acquisito da Luigi Corsini (1863-1949, dal 1894 nominato assistente-disegnatore dell'Ufficio regionale per la conservazione dei Monumenti dell’Emilia, tra il 1914 ed il 1933 fu soprintendente ai Monumenti dell’Emilia), dal Comitato per Bologna Storica e Artistica, nonché dallo stesso Zucchini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265570
  • NUMERO D'INVENTARIO P_000352
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1919 - ca 1919

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'