Bologna, S. Stefano, Finestra del Battistero
positivo,
ca 1895 - ante 1907
Poppi, Pietro
1833-1914
Il positivo, incollato ad un cartoncino di media grammatura color grigio-azzurro, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Santo Stefano/ da P_000295 a P_000384”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario. Nell'angolo superiore sinistro della stampa è visibile l'impronta del portalastre. Si segnala inoltre che il fototipo è stato recentemente restaurato dalla ditta La Fototeca (operatrice Elvira Tonelli) in occasione della mostra del 2011 "Archivi fotografici delle Soprintendenze (per exempla)" a cura di Corinna Giudici, tenutasi in Palazzo Pepoli Campogrande a Bologna
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Scultura - Chiese - Restauro
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Complesso di Santo Stefano - Chiesa del Santo Sepolcro - Finta monofora del fronte occidentale
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MATERIA E TECNICA
albumina/ carta
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ATTRIBUZIONI
Poppi, Pietro: fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il negativo della presente stampa positiva si conserva presso le collezioni Genus Bononiae della Cassa di Risparmio di Bologna. Dovuta al fotografo centese Pietro Poppi (1833-1914), la lastra, rintracciabile nel catalogo a stampa del 1896 del fotografo, dovette essere realizzata anteriormente a quell'anno (vedi scheda della matrice pubblicata on-line: http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/14829); il termine post quem per la realizzazione della ripresa è dato dal completamento dei restauri ottocenteschi del complesso stefaniano, promossi da Giovanni Gozzadini sotto la direzione di Raffaele Faccioli, durati un ventennio e terminati attorno al 1895. La lastra negativa fotografa dunque la situazione a breve distanza dal completamento dei restauri. Il presente positivo dovrebbe essere stato stampato entro il 1907, quando Poppi cedette la sua attività. Oltre alla presente, si segnalano due ulteriori copie positive della lastra Poppi, P_000319 e P_000320: uno dei tre fototipi (non individuabile per mancanza di indicazioni relative alla pubblicazione) venne edito nel volume "Nel segno del Santo Sepolcro" a pagina 94 (Serchia 1987, vedi BIB). L'oggetto della ripresa è una finta monofora realizzata nel corso del restauro Gozzadini-Faccioli sul fianco sinistro del portale occidentale del Santo Sepolcro; costituita da otto formelle cesellate da scalpellini ottocenteschi su repertori romanici di intrecci vegetali-viminici, l'opera non è esente dal corrente gusto Liberty (in Serchia 1987 si ipotizza che l'autore possa coincidere con il marmorino Costantino Dalbuono, attivo presso il cantiere faccioliano, didascalia 48 di p. 94, vedi BIB). Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265536
- NUMERO D'INVENTARIO P_000318
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0