BOLOGNA - Chiesa del Corpus Domini. San'Isaia. (Angelo Piò)

positivo, ca 1920 - ca 1930

Il positivo, incollato ad un supporto di cartoncino a media grammatura color grigio-azzurro, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Corpus Domini”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario. Una seconda copia positiva identica è stata rintracciata nel vecchio faldone dedicato al Corpus Domini (vedi ROZ, inventario P_000411, NCT 0800265313)

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Scultura - Chiese - Profeti
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Santuario del Corpus Domini - Interno
  • MATERIA E TECNICA gelatina ai sali d'argento/ carta
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE All'interno del sito degli archivi Alinari è catalogato il positivo N° 37705 della ditta (con nuovo codice identificativo: ACA-F-037705-0000), corrispondente al presente; la cronologia approssimativa proposta nella scheda è tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, datazione che si estende alla copia in esame. L'immagine documenta il profeta Isaia, modellato in stucco da Angelo Gabriello Piò e posto nella nicchia a destra della pala d'altare entro la seconda cappella destra del santuario (giuspatronato della famiglia Zambeccari), prima dell'ultimo conflitto. Il duplice bombardamento della seconda guerra mondiale che devastò il complesso (5 ottobre 1943 e 29 gennaio 1944), non comportò gravi danni danni alla scultura, se comparati a quella del profeta Geremia, collocata en pendant nella nicchia sinistra, che rimase acefala (reintegrata nel dopoguerra; perduta anche la pala d'altare originaria con la Vergine ai piedi della croce di Emilio Savonanzi, sostituita con un dipinto di Marcantonio Franceschini). Nel 1920 Vittorio Alinari, successore di Leopoldo, Giuseppe e Romualdo, fondatori della Fratelli Alinari, cedette l'azienda e il marchio, unitamente al patrimonio fotografico di 62.000 lastre, ad un gruppo di nobili intellettuali e imprenditori (nuova intestazione della ditta: Fratelli Alinari I.D.E.A. S.p.A.). Tra i sottoscrittori al capitale - per la cifra di 2,5 milioni di lire - si menzionano i nomi di Antinori, Guicciardini, Supino, Murray, Ojetti, la Banca di Firenze. Nessuno degli azionisti era in possesso della maggioranza del capitale, nacque così la prima "public company" europea, operante nel settore della cultura: la Fratelli Alinari I.D.E.A. (Istituto di Edizioni Artistiche), presieduta per molti anni dal barone Luigi Ricasoli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265314
  • NUMERO D'INVENTARIO P_000412
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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