BOLOGNA - Chiesa del Corpus Domini. Parete interna della facciata

positivo, ca 1920 - ca 1930

Il positivo, incollato ad un supporto di cartoncino a media grammatura color grigio-azzurro, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Corpus Domini”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario. Ulteriori due copie positive identiche sono state rintracciate nel vecchio faldone dedicato al Corpus Domini (vedi ROZ, inventario P_000398 e P_000400, rispettivamente NCT 0800265300 e 0800265302)

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Architettura - Pittura - Scultura - Chiese
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Santuario del Corpus Domini - Interno
  • MATERIA E TECNICA gelatina ai sali d'argento/ carta
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'immagine riprende parte del ciclo pittorico dedicato a Santa Caterina de' Vigri, compiuto alla fine del Seicento da Marcantonio Franceschini. La chiesa del Corpus Domini, oggetto negli Ottanta del XVII secolo di una vera e propria riedificazione tardobarocca delle strutture architettoniche, venne affrescata quasi per intero dall'artista bolognese assistito dai collaboratori Enrico Haffner e Luigi Quaini. La presente immagine risulta preziosa per la scomparsa durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale dell'episodio della Visione; è ugualmente andata perduta l'Assunzione nella vela centrale della navata. Inoltre la cupola, con la Gloria della santa, è stata parzialmente ricomposta con i frammenti salvati, mentre della rappresentazione con Salomone, nella volta della prima cappella sinistra, rimane solo il David. All'interno del sito degli archivi Alinari è catalogato il positivo N° 37707 della ditta (con nuovo codice identificativo: ACA-F-037707-0000), corrispondente al presente; la cronologia approssimativa proposta nella scheda è tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, datazione che si estende alla copia in esame. Nel 1920 Vittorio Alinari, successore di Leopoldo, Giuseppe e Romualdo, fondatori della Fratelli Alinari, cedette l'azienda e il marchio, unitamente al patrimonio fotografico di 62.000 lastre, ad un gruppo di nobili intellettuali e imprenditori (nuova intestazione della ditta: Fratelli Alinari I.D.E.A. S.p.A.). Tra i sottoscrittori al capitale - per la cifra di 2,5 milioni di lire - si menzionano i nomi di Antinori, Guicciardini, Supino, Murray, Ojetti, la Banca di Firenze. Nessuno degli azionisti era in possesso della maggioranza del capitale, nacque così la prima "public company" europea, operante nel settore della cultura: la Fratelli Alinari I.D.E.A. (Istituto di Edizioni Artistiche), presieduta per molti anni dal barone Luigi Ricasoli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265301
  • NUMERO D'INVENTARIO P_000399
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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