Le arcate minori del ponte di Castelvecchio viste da valle
negativo,
post 1944 - ante 1951
Il negativo è la riproduzione fotografica di un positivo, sul quale erano già presenti alcune iscrizioni in inchiostro. Sono visibili anche le puntine metalliche che dovevano reggere la fotografia sui quattro lati
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Ponte di Castelvecchio
- Ponti
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Soprintendenza Ai Monumenti Prov. Vr Mn Cr (attribuito): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza (SABAP - VR)
- LOCALIZZAZIONE Monastero di San Fermo Maggiore (ex)
- INDIRIZZO Piazza San Fermo 3a, Verona (VR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ponte di Castelvecchio, di cui il negativo in analisi riporta le due arcate minori, venne edificato in età scaligera come completamento del castello voluto da Cangrande II. Il ponte possedeva funzioni prettamente militari e difensive e rimase per molto tempo avulso dalla città. Da esso, infatti, si accedeva a un'area detta Campagnola, che in età scaligera ospitava un brolo connesso al castello, e che in seguito rimase non urbanizzata e adibita a orti salvo poi diventare, nella seconda metà dell'Ottocento, sede dell'Arsenale austriaco. Alle due estremità del ponte si elevavano due torri di accesso, quella rivolta verso il castello era dotata di ponte levatoio. Della torre costruita verso Campagnola, invece, esistono solo le fondamenta, poiché il trattato di Lunèville del 1801 ne stabilì la demolizione e non fu più ricostruita. Se ne ignorano, pertanto, la forma originaria e l'epoca di costruzione, anche se è molto probabile che in principio non esistesse, ma che fosse stata eseguita in un secondo momento per volere dei Visconti o dei Veneziani. Anche i piloni erano sormontati da torrette di controllo, ed erano stati progettati in modo da rivolgere il fianco semi-esagonale verso monte e quello quadrangolare verso la città, per fendere meglio la corrente: ciò gli conferì un carattere di maggiore solidità, per cui non fu travolto da nessuna piena dell'Adige. La distruzione arrivò, invece, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando fu divelto assieme a tutti gli altri ponti cittadini, la sera del 24 aprile 1945. Per la ricostruzione si fece largo utilizzo delle fotografie scattate durante la campagna di documentazione intrapresa nel 1944 per volontà del soprintendente Piero Gazzola
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500693259
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0