L'arcata maggiore del ponte di Castelvecchio vista da valle

negativo, post 1944 - ante 1951

Il negativo è il risultato della riproduzione fotografica di un positivo poiché sono visibili le puntine metalliche che dovevano reggere la fotografia sui quattro angoli

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Ponte di Castelvecchio - Ponti
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Soprintendenza Ai Monumenti Prov. Vr Mn Cr (attribuito): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza (SABAP - VR)
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di San Fermo Maggiore (ex)
  • INDIRIZZO Piazza San Fermo 3a, Verona (VR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il negativo mostra una veduta dell’arcata maggiore del ponte di Castelvecchio e ne mette in evidenza la poderosa merlatura, che si riflette nelle acque del fiume. La merlatura originaria disposta lungo i lati del ponte fu conservata fino al XIX secolo: con l’occupazione napoleonica della città e in seguito ad alterne vicende belliche tra francesi e austriaci, Verona subì le conseguenze della pace di Lunéville, stipulata il 9 febbraio 1801, con la quale si stabilì che la città fosse divisa in due, e il fiume Adige divenne linea di confine tra i due paesi: la riva sinistra austriaca, quella destra francese. I Francesi disposero, quindi, di abbattere i merli e mozzare le torri, il ponte levatoio fu demolito mentre il castello venne trasformato in caserma. Il monumento fu riportato alle sue forme originarie durante un restauro avvenuto in piena dominazione austriaca. Nel 1820, infatti, per ordine di Francesco I d'Austria e a cura dell'Ufficio di ispezione centrale delle acque e strade del Lombardo-Veneto furono ricostruiti i merli su entrambi i lati del cammino di ronda e riproposte tutte le torri, tranne quella di sinistra Adige che non venne più ricostruita. In questa occasione si intervenne anche sulla pendenza del tratto iniziale della rampa di accesso al ponte, resa più lieve e quindi facilmente percorribile dai mezzi militari, e sul consolidamento dei piloni tramite il riassestamento delle zoccolature delle basi danneggiate dalla corrente del fiume. Questi furono gli interventi più significativi che il ponte subì nell’arco della sua storia, prima del 24 aprile 1945, quando fu fatto saltare in aria insieme a tutti i ponti cittadini. Fu riscostruito per anastilosi tra il 1949 e il 1951 con la supervisione del soprintendente Piero Gazzola e dell’architetto Libero Cecchini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500693257
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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