raddrizzatore di corrente

ca. 1955 - ca. 1955

Lo strumento è racchiuso in una custodia in metallo di forma parallelepipeda ed ha una grande maniglia, imperniata ai lati, per il trasporto. Nella parte superiore sono presenti numerose prese d'aria per il raffrescamento dello strumento. Lo strumento poggia su tre piedini in gomma. La parte superiore del pannello frontale è occupata dal pannello di controllo. I diversi dispositivi sono inseriti su un pannello in metallo sul quale è inciso anche il circuito elettrico di funzionamento. La corrente di alimentazione passa attraverso un interruttore che apre e chiude il circuito verso le cinque boccole che permettono il cambio di tensione di lavoro tramite uno spinotto a vite (110-125, 150, 160, 220, 260-280). La corrente passa poi in un ponte di diodi (probabilmente del tipo di Graetz) e viene letta da una scala di misura con zero a sinistra, di un amperometro a ferromobile, che permette misure di correnti sia continue che alternate, da 1 a 6A, con tacche ogni 0,25 e indicazioni numeriche ogni unità. Ai capi del circuito viene collegata una batteria, tramite due boccole poste nella parte bassa del pannello frontale. Un interruttore permette di selezionare la tensione in uscita per la carica della batteria, a 6 o 12V. In due porta fisibili sono alloggitai i fusibili di protezione del circuito, da 2A e 7A. Lateralmente fuoriesce il cavo di alimentazione di rete.

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