cassone - manifattura veneta (prima metà sec. XVI)

cassone, post 1500 - ante 1549

Cassone di massello scurito, frontale diritto diviso in tre specchiature rettangolari con cornicette rilevate, laterali raffiguranti due ninfe ( ? ) sdraiate, al centro struttura con un braccio che porge un mazzo di fiori, posto entro cartelle a larghe volute, una fascia di pampini intorno ai tre pannelli, Ai lati due teste leonine reggenti nastri con festoni di frutti, coperchio piano con semplice bordo dentellato, base bombata e intagliata a grandi foglie d'acanto ritmate, fianchi lisci con maniglie d'epoca in ferro.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO cassone
  • MATERIA E TECNICA legno di noce intagliato
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Veneta
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Morando Bolognini
  • LOCALIZZAZIONE Ala est del Castello Morando Bolognini
  • INDIRIZZO Via Cesare Battisti, 0(P), Sant'angelo Lodigiano (LO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il cassone presenta motivi decorativi ricorrenti dal sec. XVI al XVII nella tipologia toscana e veneta in particolare: frontale tripartito, fascia di pampini intorno ai tre pannelli frontali, le cui estremità racchiudono una figura giacente o uno stemma, alle estremità cariatidi o mascheroni. Questa particolare forma di cassone ed il motivo ornamentale della ninfa coricata entro cartiglio derivava dalla scuola di Fointainbleu che produceva un'arte essenzialmente decorativa e manieristica e dal 1550 aveva esercitato larga influenza sugli architetti dell'entroterra veneto che ben presto conobbero queste formelle decorative diffuse in tutta Italia, attraverso stampe incise tra il 1542 ed il 1547. Queste corrente artistica influenzava non solo l'esecuzione di stucchi ed intagli cfr. i soffitti di alcune sale e i sedili della sala del collegio eseguiti nella seconda metà del sec. XVI tutti a Palazzo Ducale di Venezia ( Pedrini, p. 19 ) Ma anche l'arredo; si confronti il cassone per il leggio e dorsale del Coro Nuovo nella Basilica di S. Giustina a Padova entrambi realizzati verso il 1527 dal francese Riccardo Taurino e aiuti. E soprattutto l'arredo domestico, si veda un cassone del Kaiser Fr. Museum di Berlino, attribuito a Venezia nel sec. XVII, altro del Museo Bardini attribuito all'Italia settentrionale ( Schottmueller 1921, n. 114 e 118 ); altro del Museo Civico di Padova ( Pedrini 1925, p. 151) a due cassoni delle Civiche Raccolte di Milano attribuite dalla Rosa ( 1963 pp. 34-35 ) all'Italia centrale pur riconoscendo motivi decorativi propri del Veneto e della Toscana. Ma in particolare si confronti il cassone nuziale quasi uguale al nostro appartenuto a Giovanna Alighieri andata sposa nel 1549 a Marcantonio Serego, attribuito ad artigianato veronese e un altro della collezione Silva di Milano datato verso la metà del secolo ( Alberici, 1980 pp. 98-99 ). D'altra parte si deve ricordare che nel 1527 dopo il sacco di Roma, giungeva a Venezia Jacopo Tatti detto il Sansovino architetto e scultore, fiorentino di nascita, ma romano per formazione artistica. Alcune decorazioni plastiche da lui ideate come il fregio a festoni di frutti e fiori sostenuti da testine femminili, da putti o da leoni e le infinite variazioni della cartella con largo sviluppo di volute e modanature ( cfr. ornamento del prospetto della libreria di S. Marco del 1537 ) trovano libero e largo sviluppo negli arredi coevi sacri e profani e decorano anche questo cassone e l'altro stilisticamente uguale ? di probabile provenienza veronese
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Lodi
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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