Madonna con Bambino
dipinto,
ca. 1475 - ca. 1480
Mantegna Andrea (1431/ 1506)
1431/ 1506
sacro
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Mantegna Andrea (1431/ 1506)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia Carrara. Collezione Carlo Marenzi
- LOCALIZZAZIONE Accademia Carrara
- INDIRIZZO Piazza Giacomo Carrara, Bergamo (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Già citata in collezione Marenzi nel 1824, l'opera giunse in Accademia Carrara con il legato di Carlo Marenzi nel 1851. Destinato alla devozione privata, il piccolo dipinto fu eseguito con una particolare tecnica, estremamente fragile, indicata come "tempera magra". A differenza delle opere dipinte con le più resistenti tecniche a olio o a tempera classica, il dipinto presenta una tela finissima, preparata solo con una leggera apprettatura, e il colore è composto da un legante magro che crea superfici chiare e porose, che non prevedono una verniciatura finale. La materia pittorica, opaca, rende la solida e netta forma delle due figure, mentre la lucentezza dei colori è affidata alla preziosità delle materie pittoriche, come il lapislazzuli per l'azzurro del manto e l'oro per la marezzatura della seta. Il dipinto, straordinariamente rifinito, presenta un 'immagine affettuosa e al tempo stesso severa dell'abbraccio tra la Madre e il Bambino. Il braccialetto di corallo indossato dal Bambino, la sua espressione patetica e l'indefinibile sguardo della Madonna, dal volto di ritratto, prefigurano la Passione e la Morte di Gesù. Lo stretto legame tra le due figure ricorda ancora gli studi padovani su Donatello. A causa della sostanziale continuità dello stile di Andrea Mantegna, giunto giovanissimo alla piena maturità espressiva, l'opera è di difficile definizione cronologica: i critici l'hanno collocata variamente, dall'inizio del periodo mantovano (dal 1460, G. Paccagnini, in "Andrea Mantegna", 1961), al periodo della Camera degli Sposi (1465-1474, De Nicolò Salmazo, 2004), a fine carriera (1485-1495, Longhi, 1962, Lightbowm, 1986). Ultimamente G. Agosti (in "Mantegna 1431-1506", 2008, p. 44) data il dipinto alla fine degli anni Settanta, avvicinandolo al "Cristo morto" di Brera. Prima del recente restauro l'opera, pur non avendo subito nel passato pesanti alterazioni, presentava un allentamento della tela e numerose piccole lacerazioni con cadute diffuse di colore e ridipinture. Ripristinata la solidità del supporto, questo è stata tensionato in maniera misurabile e ragolabile su un nuovo telaio in lega leggera, che costituisce anche parte del contenitore climatizzato, che ne assicura la migliore conservazione nel tempo. Rimosse le stuccature e le connesse ridipinture, l'opera è stata sottoposta a un intervento di reintegrazione pittorica differenziata delle lacune.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Accademia Carrara
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1999||2006||2006||2012||2012||2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0