Dama del mazzolino. ritratto di donna
scultura
ca 1475 - ca 1476
Cioni Andrea Detto Verrocchio (1435/ 1488)
1435/ 1488
Ritratti. Figure: gentildonna. Abbigliamento: camicia; tunica; cuffia. Vegetali: fiori
- OGGETTO scultura
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MATERIA E TECNICA
marmo/ scultura
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MISURE
Altezza: 60
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ATTRIBUZIONI
Cioni Andrea Detto Verrocchio (1435/ 1488)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima citazione documentaria che possediamo su questa scultura, utile per conoscerne la provenienza risale al 1822, quando viene ricordata nel testamento di Francesco Ceccherini come opera di Donatello. Nel febbraio 1825 gli eredi del Ceccherini nel trattare la vendita del busto con la galleria degli Uffizi segnalano un precedente acquisto da una nobile famiglia fiorentina, peraltro sconosciuta. Il busto fu acquisito per la galleria degli Uffizi dal granduca Leopoldo II in quello stesso anno, e rimase agli Uffizi fino al 1873 quando fu passato al Bargello. La provenienza costituisce un elemento che esclude ulteriormente l'origine medicea del marmo verrocchiesco, che a più riprese è stata sostenuta. L'attribuzione a Donatello rimase in auge fino al 1882 quando il Bode assegnò il busto di gentildonna a Verrocchio, notandovi affinità con le Virtù del Cenotafio Forteguerri a Pistoia. L'attribuzione è ormai universalmente accreditata, anche se non sono mancate nella storia critica del busto delle proposte che vogliono vedervi l'intervento di collaborazione di Leonardo. La collaborazione sembra in realtà da escludere per l'unità che caratterizza l'ideazione e l'esecuzione. La cronologia si colloca nella seconda metà degli anni Settanta. Il busto è stato variamente identificato, soprattutto da chi ha sostenuto una provenienza medicea, come il ritratto di Lucrezia Donati donna amata platonicamente da Lorenzo de Medici, e addirittura lo si è voluto riconoscere in un "ritratto di Lucrezia" citato nell'inventario del palazzo di Via Larga stilato alla morte del Magnifico, in realtà da identificare con il ritratto di Lucrezia Tornabuoni, madre del Medici stesso. I sostenitori della attribuzione a Leonardo vi hanno invece visto un ritratto di Ginevra Benci, in virtù di una presunta somiglianza della donna raffigurata nel marmo con quella del dipinto omonimo conservato a Washington, opera giovanile di Leonardo (databile tra 1478 e 1480) che si ricollega per più versi alla dama del Bargello. La Dama col mazzolino è un'opera innovativa nel panorama della scultura italiana innanzi tutto per il taglio della figura fino ai fianchi e per la rappresentazione delle mani: elementi che trovano confronti con la pittura nordica che a Firenze nella seconda metà del Quattrocento ebbe una larga diffusione. A questa cultura si richiama anche il naturalismo della figurazione, con l'attenta e minuziosa descrizione dell'abito e dell'acconciatura, lavorata con la stessa cura su tutti i lati tanto da far immaginare che essa sia stata realizzata per una esposizione a tutto tondo. Una particolare attenzione viene riservata alla gestualità delle mani alla quale è riservata una valenza comunicativa
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900349868
- NUMERO D'INVENTARIO Inventario Bargello Sculture n. 115
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo museale fiorentino
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0