Ritratto dell'abate Angelo Lechi. Ritratto d'uomo
dipinto,
post 1730 - ante 1735
La presentazione essenziale e disadorna del personaggio ripreso di tre quarti davanti a un fondale neutro, la scelta di una gamma cromatica limitata alle terre e ai bruni, la stesura sciolta e abbreviata che affida al colore la costruzione delle forme, in un approccio al modello che rifiuta la mediazione del disegno, sono le caratteristiche che contraddistinguono la tela in esame.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Ceruti, Giacomo Detto Il Pitocchetto (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Sistema Museale Montichiari Musei
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Tabarino
- INDIRIZZO Piazza Teatro, 23, Montichiari (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto proviene dalle collezioni settecentesche della famiglia Lechi e il personaggio raffigurato è tradizionalmente riconosciuto nell'abate Angelo (1699-1757), esponente della nobile casata bresciana, fratello di Bernardino e Pietro Lechi, che fecero costruire a partire dalla fine degli anni Trenta del Settecento la residenza di Montirone. Nell' "Inventario della Galleria ed altra roba Lechi rubata a Brescia", compilato il 28 luglio 1799 da Faustino Lechi, in un documento è menzionato un gruppo di quattro ritratti ovali, tra cui quello "del zio Abate" e "della sorella Monaca", in cui sono da riconoscere quello in esame e il Ritratto di Santa Lechi, entrambi conservati nel museo monteclarense e preziose testimonianze del legame tra i Lechi e il celebre pittore milanese. Il volto affilato di Angelo Lechi rappresenta una delle immagini più eloquenti della ritrattistica di Ceruti negli anni tra il 1720 e il 1735, quando l'artista è documentato a Brescia. L'opera si colloca in quell'ideale galleria di personaggi del clero effigiati dal pittore che comprende non pochi capolavori, tra cui il Ritratto di ecclesiastico del Credito Bergamasco e il Ritratto del parroco di Breno Giulio Cattaneo in collezione privata. Recentemente si è osservato come quest'ultimo, databile con sicurezza al 1732, riveli "chiarissime affinità" con la tela in questione, al punto di suggerire una prossimità cronologica.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Civiltà Bresciana
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2013||2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0