Sant'Ambrogio e angeli. SANT'AMBROGIO
dipinto,
1536 - 1536
Sellari, Girolamo (cerchia)
1501-1556 ca.
sacro
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Sellari, Girolamo (cerchia)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia di Belle Arti di Brera
- LOCALIZZAZIONE Palazzo di Brera
- INDIRIZZO Via Brera 28, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La pala giunta a Brera nel 1811 viene attribuita a Dosso Dossi con il titolo di "Sant'Agostino". Effettivamente, dalla consultazione degli elenchi da cui proviene l'opera, il monastero ferrarese di San Vito, non vi era registrata nessuna pala ma, anzi, un Sant'Agostino ritenuto di Dosso Dossi era segnalato all'Ospedale maggiore del monastero di Santa Caterina da Siena a Ferrara. Dopo il 1811, la pala, esposta in Pinacoteca fino al 1838, viene attribuita a Giulio Romano. Sicuramente, l'analisi iconografica permette di identificare con certezza la figura di Sant'Ambrogio, cui si riferiscono il caratteristico staffile a tre nerbi posato sul proscenio e le arpiesfingi ai lati del trono simboleggianti la sapienza misterica e teologica, ossia l'inclusione di Ambrogio tra i Dottori della chiesa. Gli angeli alle spalle del santo incorniciano la scritta MDXXXVI indicante l'anno di esecuzione della pala. La composizione è caratterizzata da un impianto simmetrico al cui centro domina l'icona del santo protetto dai due angeli secondo un'iconografia tipicamente quattrocentesca. La pala risente però anche di influenze più moderne, quelle di Raffaello e di Giulio Romano che si manifestano nel manierismo delle torsioni degli angeli, nell'animazione grottesca delle arpiesfingi e nel riverbero della luce. Non si esclude che la pala appartenga alla cerchia di Giulio Romano: una tavoletta della Flagellazione attribuita a Leonbruno presenta, infatti, delle strette affinità con il Sant'Ambrogio. Di Leonbruno, però, non abbiamo notizie di eventuali committenze ferraresi. Si può quindi circoscrivere l'opera all'ambito ferrarese per le caratteristiche raffaelesche e romanesche indicate precedentemente, in particolare alla figura di Girolamo da Carpi. Per le sue caratteristiche iconografiche e formali, la pala rinvia alla serie di Santi, specialmente il San Gregorio, che il Carpi realizzò per la sagrestia di San Michele in Bosco a Bologna e a dipinti succesivi per la resa dei panneggi, le fisionomie e le pose.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- ENTE SCHEDATORE R03/ Accademia di Belle Arti di Brera
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0