Storie della vita di S. Martino

decorazione parietale, post 1500 - ante 1549

L'abside a destra dell'altare maggiore appare completamente rivestita da pregevoli affreschi con le storie di S. Martino da Tours che prendono avvio da sinistra, dal noto episodio del 'Santo che dona il mantello al povero' che ha come sfondo una veduta di Pavia vista da sud, dal fiume e dall'area di San Martino Siccomario (ripresa dall'affresco in S. Teodoro), per conferire maggior risalto al periodo pavese del Santo. La narrazione prosegue sulle pareti interne con scene disposte su tre registri sovrapposti (due rettangolari e lunetta apicale). Gli episodi raffigurati sono: San Martino dona il mantello al povero; Sogno di S. Martino; Battesimo del Santo; S. Martino catturato dai briganti; S. Martino incontra il diavolo in sembianze umane; il Santo è nominato Vescovo di Tours; Miracolo del pino abbattuto; S. Martino distrugge un tempio aiutato de due angeli; S. Martino guarisce la paralitica di Treviri; S. Martino bacia un lebbroso; Il diavolo in abiti regali appare al vescovo Martino; S. Martino dona la veste al povero; Miracolo della veste; Morte di S. Martino; Solenni funerali; Trasporto del corpo a Tours. Le scene non seguono nella disposizione un ordine preciso e i riquadri affrescati nell'ordine inferiore, di dimensioni maggiori, ospitano i momenti più significativi.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO decorazione parietale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Pavese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Salvatore - complesso
  • INDIRIZZO Via Riviera, 20, Pavia (PV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Martino nasce nel 316 ca. a Sabaria in Pannonia (attuale Ungheria) da genitori pagani, trascorre la giovinezza a Pavia dove è educato agli studi umanistici e alla dottrina cristiana, ma non viene battezzato. Intraprende la carriera militare, seguendo le sorti del padre ufficiale dell'esercito romano, prestando servizio in Gallia. E' in questo momento della sua vita che si colloca il celebre episodio, avvenuto nel 338 a Amiens, in cui Martino a cavallo imbattendosi in un povero seminudo e infreddolito, gli dona metà del suo mantello. Dopo il battesimo nel 334, si congeda dall'esercito nel 356 e raggiunge a Poitiers il vescovo Ilario, che lo ordina esorcista. Esiliato Ilario a causa della sua strenua opposizione all'arianesimo, Martino inizia a viaggiare e infine torna in Gallia. In occasione del rientro dall'esilio di Ilario, il Santo si ritira nel 361 a Ligugé dove fonda una comunità di asceti, considerata tra i più antichi monasteri in Europa. Nel 371 è eletto vescovo di Tours, risiedendo a Marmoutier, l'altro celebre monastero da lui fondato nel 375, fuori dalla città, dove continua la vita ascetica e si impegna strenuamente nell'evangelizzazione delle campagne ancora legate al paganesimo. Muore l'11 maggio 397 a Candes, dove si era recato per porre fine a dissidi tra chierici. Gli episodi ricalcano la narrazione della "Vita Martini" scritta tra il 395 e il 397 da Sulpicio Severo, membro di un'importante famiglia aristocratica gallo-romana, discepolo e amico di Martino. Si tratta di una fonte fondamentale per la vita del Santo, che è il primo patrono di Francia, sulla quale si basano tutti i biografi successivi. Il suo culto è particolarmente vivo anche in Italia, soprattutto in Veneto, grazie ad una edizione della vita del Santo tratta dal poema in esametri, in quattro libri, scritto intorno al 575 da Venanzio Fortunato di Valdobbiadene (TV). Miracolato da S. Martino, Venanzio, compie un pellegrinaggio di ringraziamento a Tours e si stabilisce Poitiers, dove entra in contatto con la regina Radegonda, moglie di Clotario I, che gli commissiona la biografia del Santo. Contemporaneo di Venanzio e anche lui miracolato da Martino, Gregorio di Tours, eletto vescovo di Tours nel 573, nelle sue opere storiche dedica ampio spazio alla vita del Santo, segnalando anche fatti miracolosi accaduti presso la sua tomba. La Legenda Aurea di Jacopo da Varazze (1228-1298) costituisce un ulteriore agiografia di Martino. Sulpicio Severo riferisce che Martino riceve il battesimo nel 334 all'età di diciotto anni, ma che continua a prestare servizio nell'esercito romano, dove è entrato all'età di quindici anni. E' interessante notare che in questo ciclo non è rappresentato il congedo dalla vita militare, che avviene dopo vari anni presumibilmente intorno al 356, si passa direttamente nelle scene successive, alla vita monastica, quindi al già avvenuto cambiamento di vita. Alcuni riquadri raffigurano episodi significativi della vita di Martino, altri celebrano la sua santità, altri ancora esaltano la forza della fede e dell'esempio che aiuta a superare le numerose difficoltà che riserva la vita e vince sul male. La narrazione non segue un preciso ordine cronologico e i diversi riquadri presentano dimensioni differenti, i vari periodi della vita di Martino si intuiscono dall'abbigliamento: solo nel primo riquadro indossa la corazza, quindi Martino monaco indossa il saio scuro e il vescovo reca la mitria. Il ciclo affrescato con le storie ha un intento celebrativo, ma soprattutto didattico rivolto ai numerosi fedeli. Nel registro inferiore della parete destra, trova spazio l'episodio più celebre e cardine nella rappresentazione della vita del Santo, in cui il soldato Martino divide il mantello con il povero. Ogni soldato romano possiede solo una parte della propria divisa, l'altra appartiene all'esercito, quindi divide il mantello e dona al povero solo ciò che è effettivamente suo. Secondo le fonti l'episodio sarebbe avvenuto quando Martino presta servizio militare nella città di Amiens, in realtà nel ciclo in S. Salvatore l'ambientazione si discosta dalla narrazione, inserendo nello sfondo una veduta della città di Pavia. Perfettamente riconoscibili il Ponte Coperto e compresi, entro la cinta muraria, i principali monumenti cittadini: l'atrio di S. Siro con la statua equestre del Regisole, piazza Grande, il campanile del Carmine, il Castello con le quattro torri, l'ampio parco visconteo che culmina nella Certosa. La veduta a volo d'uccello riprende il modello dell'affresco di Lanzani in S. Teodoro, anche nella ripresa da sud, da Borgo Ticino e qui da S. Martino Siccomario, dove sembrava risiedesse il Santo. L'intento del frescante è evidentemente quello di sottolineare il profondo legame tra il Santo e la citta di Pavia, dove viene educato e all'età di dieci anni entra a far parte di un gruppo di catecumeni. Nel generoso gesto di Martino vi è insito un invito ad imitarlo compiendo atti di carità per guadagnare la salvezza eterna.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA pertinenza edificio monumentale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Pavia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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