Christus Passus

dipinto, post 1501 - ante 1501

L'affresco del "Christus passus", di piccole dimensioni, è di forma quadrangolare ed è circondato da una doppia bordura bianca e rossa. Al centro si staglia la figura di Gesù, con il capo chino e lo sguardo sofferente; il busto nudo mostra i segni della ferita sul costato, mentre sulle mani, incrociate sul ventre, sono evidenti le stigmate. Il corpo di Gesù emerge dal sepolcro, di colore rosso intenso, sulla cui fronte campeggia una scritta latina in lettere capitali riportante indicazioni relative alla committenza e alla data dell'esecuzione. Dietro il capo di Cristo è visibile il braccio ortogonale della croce, cui sono appoggiati lateralmente la lancia di Longino e il bastone con legata sulla sommità la spugna intrisa d'aceto; ai lati di Cristo, pendono sullo sfondo scuro due fruste usate durante l'episodio della flagellazione. Lo stato di conservazione assai precario del dipinto non permette di identificare ulteriori dettagli o particolari.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Maria Assunta
  • INDIRIZZO Via Molina, Cairate (VA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piccolo affresco del "Christus passus" fu eseguito, come indica l'iscrizione sul lato del sepolcro, il 10 ottobre 1501, su committenza di suor Prudenza Castiglioni, documentata nei verbali del capitolo fin dal gennaio del 1482. Non si conosce il nome dell'autore, ma la critica propende nell'attribuire l'opera alla medesima bottega lombarda, probabilmente locale, che operò anche nella parete di fondo della navata sinistra, seguendo i noti modelli delle decorazioni interne di chiese limitrofe, quali Santa Maria Annunciata a Brunello, Santa Maria Assunta a Binago e, infine, Santo Stefano a Velate. L'iconografia qui utilizzata è quella tradizionale del "Cristo che ha sofferto", ovvero di Gesù morto che emerge dal sepolcro attorniato dai simboli della Passione. Tale immagine, divulgatasi ampiamente a partire dal XIV secolo, è debitrice della dottrina di San Tommaso d'Aquino, che egli dedicò al Santissimo Sacramento dell'Eucarestia. Tale espressione venne utilizzata dal Dottore della Chiesa sottolineando la vicinanza tra la dottrina della passione e il valore eucaristico: San Tommaso scrisse infatti che l'Eucaristia unisce l'uomo al "Christus Passus", figurazione dell'agnello pasquale. Grazie anche a questa interpretazione l'immagine più solenne e ieratica del crocifisso venne così sostituita da un'iconografia maggiormente legata al corpo stremato del Cristo della Passione, secondo una formulazione cara alla cultura tardo medievale.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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