Gesù incontra la Maddalena
dipinto,
ca. 1541 - ca. 1545
Demio, Giovanni (1510/1512-1570 Ca.)
1510/1512-1570 ca.
L'episodio raffigurato nella lunetta di destra è relativo all'incontro con la Maddalena, alla quale Gesù, con le sembianze di un giardiniere, intima di non indagare, toccandolo, se egli dopo la risurrezione avesse ancora un corpo reale giacché, non essendo ancora risalito al Padre, il suo corpo non poteva non essere reale: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro" (Gv. 20,17). Le due figure si stagliano monumentali al centro della composizione, mentre tutto intorno si distende un ampio paesaggio.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Demio, Giovanni (1510/1512-1570 Ca.)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria delle Grazie
- INDIRIZZO Piazza Santa Maria delle Grazie, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Protagonista indiscusso dell'impresa cinquecentesca fu Giovanni Demio, un pittore che rappresenta un caso emblematico di maestro "girovago" nell'Italia del Cinquecento, il quale, dalla natia Schio, seppe aggiornare il suo linguaggio espressivo al punto da coniare una cifra stilistica personale e distintiva. Tra i viaggi formativi compiuti da Demio nell'arco di un trentennio risultò fondamentale la frequentazione del contesto veneziano già impregnato di maniersimo toscano (grazie alla presenza in laguna di Francesco Salviati e di Giorgio Vasari), oltre che dei risultati raggiunti da Giulio Romano a Mantova e la visione diretta delle novità centro italiane (importante fu la sua attività in qualità di mosaicista nel Camposanto di Pisa, documentata nel 1539; nella seconda metà degli anni quaranta Demio sarà anche a Napoli). L'ipotesi di un viaggio a Roma trova conferma nell'analisi delle diverse componenti stilistiche e culturali identificabili nelle pitture eseguite, tra il 1541 e il 1542, per il genovese Domenico Sauli, presidente del Magistrato delle entrate ordinarie a Milano, che aveva ottenuto in patronato la cappella di Santa Maria delle Grazie (in precedenza appartenuta ai Rusca). L'attribuzione a Giovanni Demio dell'affresco e, conseguentemente, delle altre pitture della cappella Sauli, compresa la pala raffigurante la Crocefissione, è confermata dalla presenza, nell'angolo in basso a destra dell'Andata a Emmuas, della firma "Johannes Demius de Scledo P.", oggi purtroppo scomparsa. In entrambe le lunette delle pareti prevale la componente paesaggistica, sull'esempio di quanto andavano facendo altri pittori veneti come Battista Franco, che grandi meriti ebbe nel mettere in rapporto Venezia e Roma intorno alla metà del Cinquecento. Alla poetica sviluppata negli stessi anni a Padova, non solo da parte del Franco ma anche dall'olandese Lambert Sustris, rimandano le rovine archeologiche visibili nel paesaggio sullo sfondo. Del tutto caratteristiche del Demio, invece, sono le figure allungate, i cui panneggi tortuosi risultano scanditi da linee parmigianinesce e definiti da un disegno anatomico debitore, nell'esuberanza muscolare, delle figure michelangiolesche.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0