Cristo sulla strada per Emmuas

dipinto, ca. 1541 - ca. 1545

L'episodio raffigurato nella lunetta di sinistra è relativo all'incontro di Cristo Risorto sulla strada per Emmuas con due discepoli. Viene qui sintetizzato il racconto evengelico, che riporta lo scambio di battute tra Cristo, nelle sembianze di un pellegrino, e i discepoli che non lo avevano riconosciuto: "Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?»" (Luca 24:13-53). Le figure occupano soltanto la parte destra della lunetta, che per il resto è caratterizzata da uno splendido paesaggio contrassegnato da rovine antiche e da emergenze archeologiche.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Demio, Giovanni (1510/1512-1570 Ca.)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria delle Grazie
  • INDIRIZZO Piazza Santa Maria delle Grazie, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Protagonista indiscusso dell'impresa cinquecentesca fu Giovanni Demio, un pittore che rappresenta un caso emblematico di maestro "girovago" nell'Italia del Cinquecento, il quale, dalla natia Schio, seppe aggiornare il suo linguaggio espressivo al punto da coniare una cifra stilistica personale e distintiva. Tra i viaggi formativi compiuti da Demio nell'arco di un trentennio risultò fondamentale la frequentazione del contesto veneziano già impregnato di maniersimo toscano (grazie alla presenza in laguna di Francesco Salviati e di Giorgio Vasari), oltre che dei risultati raggiunti da Giulio Romano a Mantova e la visione diretta delle novità centro italiane (importante fu la sua attività in qualità di mosaicista nel Camposanto di Pisa, documentata nel 1539; nella seconda metà degli anni quaranta Demio sarà anche a Napoli). L'ipotesi di un viaggio a Roma trova conferma nell'analisi delle diverse componenti stilistiche e culturali identificabili nelle pitture eseguite, tra il 1541 e il 1542, per il genovese Domenico Sauli, presidente del Magistrato delle entrate ordinarie a Milano, che aveva ottenuto in patronato la cappella di Santa Maria delle Grazie (in precedenza appartenuta ai Rusca). L'attribuzione a Giovanni Demio dell'affresco e, conseguentemente, delle altre pitture della cappella Sauli, compresa la pala raffigurante la Crocefissione, è confermata dalla presenza, nell'angolo in basso a destra dell'Andata a Emmuas, della firma "Johannes Demius de Scledo P.", oggi purtroppo scomparsa. In entrambe le lunette delle pareti prevale la componente paesaggistica, sull'esempio di quanto andavano facendo altri pittori veneti come Battista Franco, che grandi meriti ebbe nel mettere in rapporto Venezia e Roma intorno alla metà del Cinquecento. Alla poetica sviluppata negli stessi anni a Padova, non solo da parte del Franco ma anche dall'olandese Lambert Sustris, rimandano le rovine archeologiche visibili nel paesaggio sullo sfondo. Del tutto caratteristiche del Demio, invece, sono le figure allungate, i cui panneggi tortuosi risultano scanditi da linee parmigianinesce e definiti da un disegno anatomico debitore, nell'esuberanza muscolare, delle figure michelangiolesche.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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