Veduta prospettica di un apparato per Quarantore
disegno,
1667 - 1672
Gisleni, Giovanni Battista (1600-1672)
1600-1672
disegno in scala che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite; è eseguito con inchiostro bruno a penna utilizzando tiralinee, compasso e mano libera nelle parti ornamentali; le ombreggiature e i dettagli sono precisati con acquerellature di inchiostro bruno; campiture di acquerello grigio esaltano le scene dipinte delle aperture della galleria, del sottarco della navata centrale, e definiscono bassorilievi e statue; alcune parti del disegno sono lasciate a grafite; il supporto sul quale è tracciato è di carta avorio
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ grafite/ inchiostro a penna/ acquerellatura/ acquerello
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ATTRIBUZIONI
Gisleni, Giovanni Battista (1600-1672)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'"Indice" del tomo nel quale era rilegato il disegno viene definito: "Funerale". Si tratta di un progetto di Giovanni Battista Gisleni per un apparato delle Quarantore, per il quale prevede due soluzioni: la prima consiste in una struttura architettonico-illusionistica che copre solo il coro (sull'esempio del progetto di Carlo Rainaldi nella chiesa del Gesù nell'anno giubilare del 1650). Nella seconda soluzione, più sontuosa, disegnata nella parte sinistra del foglio, Gisleni prevede di coprire l'ordine inferiore della navata con una struttura effimera così come aveva fatto Pietro da Cortona nell'allestimento per S. Lorenzo in Damaso (1633). Punto focale della composizione era la decorazione del coro, raffigurante la visione apocalittica presa dal IV e V capitolo di S. Giovanni. Questa incorniciata dal grande arco trionfale, sostenuto dai piloni dorici con statue nelle nicchie, si sviluppa su due livelli. Nel livello inferiore la prospettiva architettonica si apre su uno spazio (chiuso sul fondo da una piccola porta) all'interno del quale sono poste una coppia di obelischi spezzati e una struttura nel centro composta da un parallelepipedo sormontato da una bassa piramide con la croce. Anche la decorazione della navata sinistra ripropone temi eucaristici, raffigurati negli sfondati dell'illusionistica struttura architettonica, costituita da tre pilastri dorici con attico sormontati da obelischi e grossi vasi. Ogni pilastro è decorato con una nicchia contenente statue o grandi vasi, e da iscrizioni e busti clipeati. Busti analoghi si trovano sulle basi dei due alti obelischi presso i quali si trovano le due figure vestite come sommi sacerdoti dell'antico testamento. Nei medaglioni sotto gli obelischi sono rappresentati Abramo e Giacobbe. La figura nel pilastro centrale ed i due busti nei pilastri estremi rappresentano, come ci informano le iscrizioni, i profeti dell'Antico Testamento: Isaia, Ezechiele e Gioele. Mossakowski (2000) ipotizza che questo progetto non fosse destinato ad una chiesa polacca ma ad una chiesa di Roma, e precisamente la chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio completamente rifatta, tra il 1640 e il 1650 da Martino Longhi il Giovane. Circa la datazione del disegno, sempre Mossakowski lo ritiene eseguito tra il 1667 e il 1672, datazione che bene si accorderebbe all'uso del motivo di obelisco geroglifico e della sua simbologia. La "moda" dell'obelisco si riaffermò a Roma quando, per volontà di papa Alessandro VII il piccolo obelisco geroglifico scoperto nel 1665 fu innalzato presso la chiesa di S. Maria sopra Minerva nel luglio 1667, nel monumento dell'elefantino progettato da Bernini.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302025877
- ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0