dipinto dell'Immacolata fra gli angeli. L'Immacolata fra gli angeli

dipinto
Crestadoro Giuseppe (attribuito)
quarto decennio secolo XVIII

Il dipinto, a olio su tela, è privo di cornice e presenta forma centinata nella parte superiore. L’opera raffigura la Madonna Immacolata ed è attribuita da fonti bibliografiche al pittore Giuseppe Crestadoro (Palermo, quarto decennio sec. XVIII- Messina, 1808), databile intorno all’ultimo quarto del XVIII secolo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Crestadoro Giuseppe (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolta Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
  • LOCALIZZAZIONE Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
  • INDIRIZZO Viale della Libertà, 465, Messina (ME)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La provenienza dell’opera è a oggi sconosciuta. Secondo una indicazione bibliografica il dipinto è forse riconducibile alla chiesa messinese di San Filippo Neri, distrutta dal terremoto del 1908, per l’attribuzione a Giuseppe Crestadoro (Palermo, quarto decennio sec. XVIII – Messina, 1808), la cui tela con l’Immacolata è spesso citata nelle guide ottocentesche e fonti bibliografiche. Il riferimento al pittore palermitano è supportato da indagini stilistiche rese note in uno studio effettuato da G. Barbera che confuta una precedente attribuzione di C. Siracusano al messinese Letterio Paladino (Messina, 1691 – ivi, 1743). La padronanza raggiunta nella composizione pittorica per la costruzione monumentale della figura centrale, per le tonalità cromatiche, per il movimento delle vesti, induce a ricondurre l’esecuzione intorno all’ultimo quarto del Settecento. Le qualità artistiche del Crestadoro, sviluppate nella bottega del D’Anna, risentono dell’influenza del Conca, del De Mura e del Giaquinto, ma soprattutto è all’arte di quest’ultimo che l’autore si ispira riproducendo nella parte superiore dell’opera l’espediente tecnico del colore monocromatico dai toni bruni in contrasto con la perlacea luminosità del volto dell’Immacolata, attingendo ispirazione da alcuni esempi come “la Natività di Maria” di Oxford, “il San Lorenzo in gloria” e “la Spagna rende omaggio alla religione e alla Chiesa di Madrid”. L’uso della luce attraverso le sapienti tonalità chiaroscurali, come nelle opere del Giaquinto, mette in rilievo alcune parti del racconto rappresentato per enfatizzare il messaggio, determinando così una descrizione dei contenuti su due livelli e cioè l’estasi divina della Vergine in alto e il tributo dei titoli evocativi a lei dedicati nella parte inferiore. All’apice del dipinto dunque si avverte la forza della presenza di Dio Padre quale puro Spirito che, sebbene non fisicamente raffigurato come nelle opere di Madrid, ombreggia di luce diafana i soggetti circostanti. A differenza dell’opera del Giaquinto in cui il divino si manifesta con vigorosa espressione imprimendo potenza alla scena attraverso le nubi, adombrando angeli e personaggi con effetti chiaroscurali di brune sfumature e rendendo corpi oltremodo marmorizzati di bianco chiarore, nel dipinto del Crestadoro i toni si ammorbidiscono e diventano più armonici. Il pittore, poiché memore della comunicazione empatica dell’uso del cromatismo, modula gli effetti di luce proprio perché la descrizione dell’evento richiede la condivisione di un atto di amore. L’attenzione pertanto si concentra entro lo spazio ideale di un cerchio, l’occhio scenico, che parte dall’arco centinato della tela sino al volto della Vergine e il cui centro del raggio è la colomba dello Spirito Santo. Avvolti dall’ombra di Dio i corpi degli angioletti diventano taluni evanescenti altri assumono una colorazione monocroma dalle tonalità del grigio, del seppiato, del bruno con tocchi di bianco, mentre l’incarnato della Vergine risplende di un chiarore lunare che amplifica il pathos del suo volto. Emerge così preponderante e suadente il coinvolgimento emotivo di Maria con lo sguardo rivolto al cielo e gli occhi pieni di lacrime per la Grazia divina ricevuta
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382923
  • NUMERO D'INVENTARIO A1143
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
  • ENTE SCHEDATORE Museo regionale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'