Croce reliquiario. Croce reliquiario

reliquiario a croce,

La croce latina è costituita da elementi in cristallo di rocca molato variamente sagomati collegati da piccole fasce merlate in argento dorato e inciso, inseriti per sostegno entro un'anima tubolare metallica. L'opera è collegata al nodo in cristallo tramite l'innesto cilindrico in argento e presenta terminazioni e raggiera a forma di sfere in argento con calici acantiformi. All'incrocio dei bracci è visibile una teca ovale in cristallo, incorniciata d'argento, che custodisce una piccola croce in ottone con la reliquia, datata 1320 e corredata da iscrizione ad incisione

  • OGGETTO reliquiario a croce
  • MATERIA E TECNICA argento/ doratura
    CRISTALLO DI ROCCA
  • AMBITO CULTURALE Ambito Messinese
  • ATTRIBUZIONI Maestranze Venete (bottega): scultore
    Argentiere Messinese (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
  • INDIRIZZO Viale della Libertà, 464, Messina (ME)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La sacra suppellettile proviene dalla chiesa di San Francesco all'Immacolata e non presenta marchi, tranne la datazione del 1320 incisa sulla crocetta centrale. L'opera è stata rimaneggiata nei secoli successivi per l'inserimento dell'innesto in argento attribuibile per confronti stilistici ad ignoto argentiere messinese del XVII secolo. L'utilizzo del cristallo di rocca per la composizione di croci processionali o reliquiari è ampiamente documentato sin dai secoli XI e XII. Le caratteristiche del materiale per la sua trasparenza e luminosità assolvevano ad una perfetta funzionalità simbolica per la custodia delle sacre reliquie della Santa Croce e della Passione del Cristo. La lavorazione e l'ampia esportazione di questo pregevole materiale si deve alla sapienza di botteghe venete. Si trovano infatti riscontri similari per la lavorazione degli elementi in cristallo e le fascette di giuntura fra le parti con una coppia di candelieri di arte veneziana dello stesso periodo conservati presso il Tesoro della Basilica di San Marco. La stauroteca è stata restaurata dall’Opificio delle Pietre dure di Firenze nel 1961. Infatti l'opera versava in cattive condizioni con alcuni cristalli spezzati e mancanti, come riferisce una nota a firma della direttrice del museo Maria Accascina. Dalla relazione di restauro si evince che il manufatto è stato interamente smontato e sono stati rifatti gli elementi scomparsi, ovvero quattro cristalli a prisma alle estremità dei bracci orizzontali e verticali ed anche due a parallelepipedo in sostituzione di quelli rotti, tutti abilmente eseguiti con la loro foratura e sfaccettatura. Le parti in argento sono state raddrizzate e saldate ed è stato nuovamente realizzato il motivo ornamentale in argento posto all’apice, presumibilmente andato perduto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382920
  • NUMERO D'INVENTARIO A38
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
  • ENTE SCHEDATORE Museo regionale
  • ISCRIZIONI sulla crocetta di ottone interna al ricettacolo - ECCE LIG(N)U(M) CRUCIS 1320 - maiuscolo - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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