croce d'altare, opera isolata di Antonino Lo Castro (attribuito) (fine/ inizio, inizio/ metà XVII, XVIII)
L'opera di raffinata fattura , risulta tale anche grazie all'effetto cromatico ottenuto dall'accostamento dei materiali che la compongono. La Croce è inserita su una base tronco piramidale in legno intarsiato con specchiature in lamine di tartaruga. Presenta marchi nel nodo e nel terminale inferiore. Sulla Croce è fissato un espressivo Crocifisso in argento a tutto tondo dalle raffinate linee anatomiche con in capo la corona e sotto i piedi il teschio con le ossa a "X" .I capicroce polilobati presentano le volute che recano testine di cherubini alati, mentre la base è decorata con motivi cesellati a festoni. Nelle volute laterali sono presenti due vasi molto simili a quelli che Stefano Ittar (1724-1790) disegnò per il prospetto della facciata della chiesa dei Bianchi
- OGGETTO croce d'altare
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MATERIA E TECNICA
tartaruga/ a intarsio
argento/sbalzato/cesellato
legno/ a intarsio
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ATTRIBUZIONI
Antonino Lo Castro (attribuito): argentiere
- LOCALIZZAZIONE chiesa di san Martino dei Bianchi
- INDIRIZZO via Vittorio Emanuele II, 189, Catania (CT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Per ordine e mandato di don Francesco S. Martino Principe del Pardo e Capitano di giustizia di Catania nella notte tra il 9 e 10 dicembre del 1767 alla presenza del Capitano don Domenico Ardizzone e don Giuseppe Maria Bertini quali rappresentanti del Regio Fisco, furono cacciati i gesuiti dal collegio e sequestrati i loro beni. Dal repertorio contenuto in un volume datato 1767 -1769 apprendiamo che nel collegio dei padri la "camera da dove si entra pella Congregazione dei nobili, ove vi è la scola dell'Orchesta è segnata n° 73 e n. 74°. In detta Camera vi sono li soli sedili nel contorno di detta Congregazione, l'altare di marmo, e l'Orchesta". Tutti i preziosi della congregazione dei nobili compreso il Crocifisso d'altare furono quindi salvati dal sequestro del " Regio Fisco". La " Congregazione dei nobili" dopo il 1767 si trasferì nella chiesa di S. Martino dei Bianchi attuale sede dell'Arciconfraternita e con essa anche il prezioso Crocifisso d'altare che la nobile Costanza La Valle aveva donato ai confratelli nobili aggregati al collegio catanese. Le diverse date dei marchi ci fanno presupporre che l'opera sia stata restaurata più volte con aggiunte parti in argento e non da autori diversi. Ancora oggi i nobili confrati "dell'Arciconfraternita dei Bianchi" durante le occasioni più importanti e soprattutto espongono la magnifica opera d'arte sul tavolo nel salone delle adunanze
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382805
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- STEMMI alla base dell'opera - di fabbrica - Stemma - Elefante - 1 - stemma del consolato di Catania seguito dalla sigla GB e da quella del Console AMC66
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0