lapide tombale, opera isolata - bottega siciliana (XVI)

lapide tombale,

Lastra tombale, priva di cornice d'incasso e con in giro iscrizione, in cui è rappresentata a bassorilievo una figura virile di età matura, giacente su una coltre decorata da una raffinata frangia e su due cuscini con leggeri ricami floreali e nappine agli angoli. Il cavaliere raffigurato porta berretto in capo ed è vestito con una tunica corta dal collare alto e con un breve mantello, e con calzoni corti rigonfiati nella parte superiore. Posa i piedi su di un cagnolino con la mano sinistra tiene i guanti e la spada e con la destra un libro aperto nel quale si scorgono poche lettere e cifre. Alla sua destra accanto alla gamba vi è scudo ovale adorno di cartocci

  • OGGETTO lapide tombale
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scalpellatura
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Regionale della Sicilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Abatellis
  • INDIRIZZO via Alloro 4, Palermo (PA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lastra tombale catalogata, inquadrata in un'iscrizione e priva della cornice esterna, in cui il defunto è rappresentato in altorilievo e nella classica iconografia della scultura funeraria commemorativa, si rifà allo schema iconografico tipico delle sculture funerarie del maturo cinquecento note nell'area palermitana. L'opera oggi ancorata a muro nella loggetta di Palazzo Abatellis, proveniente dalla chiesa di Santa Maria della Catena di Palermo, e raffigurante Leonardo Mandrago, pervenne alla Galleria Nazionale della Sicilia nel 1953, per devoluzione, dal Museo Nazionale di Palermo. La scultura giunse invece, come deposito della parrocchia, al Museo Nazionale molto probabilmente alla fine degli anni settanta dell' ottocento, e fu annotata al n° 56 dell'elenco della "Scultura Moderna", infatti in quegli anni iniziarono i lavori di restauro della chiesa a seguito del progetto di Rotolo. Nulle le notizie sulla presenza dell'opera al Museo Nazionale, non è attestata nella Breve Guida del Salinas, illuminato direttore del vecchio museo, né nei suoi scritti pubblicati intorno all'anno dei restauri della chiesa. Non si sa se l'opera fu conservata nei depositi o esposta, potrebbe forse far parte di quelle lapidi funebri che Salinas attesta nel primo cortile del museo, ma purtroppo non vi sono descrizioni per quanto concerne ciò che rappresentavano. Nella chiesa della Catena la lapide si trovava incastrata insieme ad altre, così come attestano le antiche fonti dell'ottocento, nel pavimento e più precisamente vicino alla porta che dà sul mare a tramontana; in effetti tutt'oggi in quel posto vi è una piccola lapide che attesta che nella tomba ipogea vi sono Francesco e Leonardo Mandrago sepolti nel 1580. Dall'iscrizione posta intorno alla lastra tombale apprendiamo che l'urna contiene le spoglie di Francesco e Leonardo ma che è raffigurato Leonardo e che la lapide fu fatta porre dopo i funerali secondo le consuetudini dall'erede Gabriele Gagliardo triste ed affranto. Leonardo è raffigurato con gli attributi della spada del cagnolino e del libro aperto e grazie alle fonti sappiamo che è abbigliato in costume spagnolo del tempo. Nulle purtroppo le notizie sul personaggio, i suoi attributi sono un libro aperto, una spada, e ai piedi un cagnolino; il libro aperto forse indica la metafora dell'Ars Moriendi, e cioè il testo di cui si servivano i sacerdoti per assistere il moribondo, e la spada invece era segno di autorità e giustizia caratteristica che forse distingueva il personaggio, ed il cane la fedeltà, forse in relazione all'erede e committente delle esequie e della sepoltura. Nulle anche le notizie sulla famiglia di origine dei defunti, si sa soltanto che era attestata dal Villabianca come "Mangrado" notizia che poi riprende il Palizzolo Gravina nel suo Blasone di Sicilia in cui riproduce lo stemma che corrisponde esattamente a quello scolpito sulla lapide. Nulle le notizie anche sul committente dell'opera si sa che apparteneva alla famiglia Gagliardo originaria di Polizzi, che è attestata sia dal Villabianca che dal Palizolo Gravina che dal Mango di Casalgerardo. Stilisticamente l'opera si pone fra opere simili note nell'area palermitana, infatti alcuni elementi come panneggio del mantello, e le pieghe in basso molto marcate, sintetizzano l'idea del movimento con esiti chiaroscurali definiti elementi cari al maturo Cinquecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900322634
  • NUMERO D'INVENTARIO 5058
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
  • ISCRIZIONI intorno alla cornice - FRANCISCUM ET LEONARDUM/ MANDRAGO CONTINET URNA SED HUNC LEONARDUM INDICAT ISTE LAPIS / QUEM GABRIEL COLVIT GAGLI / ARDUS MESTUS ET HERES (SIC) SOBRINUS LACRIMIS FUNERE IUSTA FERENS 1580 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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