Architrave a bassorilievo con fregio, costituita da due frammenti accostati, con al centro due putti alati affrontati che sorreggono uno stemma dallo scudo siciliano contornato da una cornice con decorazione fitoforme trattenuta da nastri. A destra entro ghirlanda testa di guerriero imberbe, di profilo a sx, cinta da elmo; a sinistra entro ghirlanda fitoforme testa di guerriero barbuto, di profilo a dx, cinta con elmo. La scultura poggia su base lignea non pertinente

  • OGGETTO architrave
  • AMBITO CULTURALE Bottega Siciliana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Regionale della Sicilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Abatellis
  • INDIRIZZO via Alloro 4, Palermo (PA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Poche le notizie sulla scultura catalogata di gusto classicheggiante tardo quattrocentesco, fatta eccezione per lo stemma dallo scudo siciliano che ne restituisce l'appartenenza alla famiglia Bosco congiunta con la famiglia Aragona. Lo stemma - dal campo diviso, a sinistra un tronco d'albero, la metà sotto rosso in campo d'oro e l'altra metà d'oro in campo rosso, a destra sei pali rossi in campo d'oro con cinque aquile nere - spiega questa unione che come attesta il Mugnos nel "Teatro genealogico delle famiglie del Regno di Sicilia" avvenne già a Valencia intorno al 1163. La famiglia comunque è già attestata in Sicilia nel 1282 con un Pietro del Bosco, maggiordomo della regina Costanza, venuto in Sicilia al seguito di re Pietro d'Aragona. Sull'origine della stirpe le notizie sono incerte infatti per quanto scrive il Palizzolo Gravina nel "Blasone di Sicilia" attesta che i Bosco furono una diramazione della famiglia Ventimiglia tra questi il più famoso fu un Arrigo Ventimiglia, il quale fu vittorioso contro i ribelli Chiaramontani nel bosco di Salemi e, proprio in ricordo di tale evento, ebbe la possibilità di cambiare il suo cognome in "Bosco" e l'arme in un "tronco d'albero". La notizia è attestata in un privilegio del 1365 di re Federico III e riportata dallo stesso Palizzolo Gravina. La famiglia si distinse in due rami con relativi feudi sia a Trapani che a Palermo. Per quanto riguarda il ramo di Palermo molti componenti e discendenti della famiglia si distinsero fra cui nel 1540 un Francesco fondò la terra di Misilmeri, il di lui figlio Vincenzo fu pretore di Palermo nel 1556 e conte di Vicari, un Francesco col cognome del Bosco e d'Aragona fu anch'egli pretore e primo Duca di Misilmeri; molti altri discendenti, anche imparentandosi con nobili e degne famiglie, nei secoli seguenti si fecero onore portando così all'apice il casato tant'è che un Cesare del Bosco e Spadafora intorno alla metà del XVIII sec. ottenne il titolo di Principe del Belvedere. Dell'ubicazione originaria della scultura non vi sono notizie, considerato che si tratta di un elemento architettonico e più precisamente di un'architrave magari posta a decorazione di un'apertura si può ipotizzare che possa pervenire da un'architettura palaziale appartenuta all'antica famiglia. Fra gli edifici posseduti a Palermo della famiglia Bosco e che a causa di alterne vicende sono stati in parte demoliti o modificati citiamo: - Palazzo Belvedere, ubicato in via del Bosco a Palermo in parte demolito e poi ricostruito, a causa dei bombardamenti bellici del 1943, che fu dimora dei Bosco poi principi di Belvedere già dal tardo Cinquecento fino ai primi del Novecento, come attesta la Sommariva nel testo Palazzi nobiliari di Palermo. Durante i lavori di restauro e ricostruzione dell'edificio in uno dei saloni del piano nobile nelle poche parti originarie sopravvissute della fabbrica tardo cinquecentesca vi sono tracce di affreschi e sagome di stucchi, databili ai primi del seicento, simili alla scultura catalogata dove due putti alati affrontati sorreggono uno stemma dallo scudo siciliano stavolta interzato in cui a sinistra vi è un braccio che brandisce una spada e a destra sono identificate le armi dei Bosco e degli Aragona. - Palazzo Cattolica, costituito da più proprietà accorpate, a Palermo vicino a S. Francesco, come attesta il Di Giovanni nel suo Palermo Restaurato, magnifico con una superbissima torre che dapprima apparteneva agli Agliata, nelle note al testo aggiunte dal Di Marzo si rileva che ormai la torre non esisteva più che diversi proprietari si erano succeduti, tra cui i principi di Cattolica, che poi tutti i tenimenti erano stati rinnovati e l'edificio acquistato dal negoziante Paolo Bricuccia. La scultura oggi ubicata sotto la loggia di Palazzo Abatellis poggia su una basetta lignea realizzata nell'ambito dell'allestimento scarpiano per l'esposizione museografica permanente
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900284721
  • NUMERO D'INVENTARIO 5049
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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