statua,
Serpotta Procopio (attribuito)
1679/00/00 - 1756/00/00
Il re è rappresentato in età giovanile con abiti da cerimonia leggermente incedente verso sinistra; il capo privo di corona è rivolto a sinistra, il braccio destro disteso lungo il corpo tiene con la mano un bastone ed il braccio sinistro appoggiato sul fianco, stante la gamba destra e piegata leggermente la sinistra che incede verso sinistra. La figura poggia su un piedistallo in cui è incisa un‘iscrizione quasi del tutto illegibile da cui si rileva soltanto l‘autore e la data dell‘opera. Presente nelle spalle della statua grosso perno in ferro arrugginito per ancoraggio a muro
- OGGETTO statua
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ATTRIBUZIONI
Serpotta Procopio (attribuito): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Area Soprintendenza per i BB.CC.AA.- PALERMO- Oratorio dei Bianchi
- LOCALIZZAZIONE Compagnia del SS. Crocefisso o dei Bianchi
- INDIRIZZO via dello Spasimo, Palermo (PA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dalle notizie ricavabili da un documento del 1919 conservato presso l‘archivio storico della Soprintendenza di Palermo [Faldone 1878 - 1936] si evince che la statua era posta sulla facciata del palazzo detto del Re, demolito per la costruzione del secondo tratto di via Roma; la ditta Bonci e Rutelli, incaricata delle demolizioni, curò il deposito presso l‘allora Museo nazionale dell‘opera il cui soggetto era interpretato come " l‘infante Don Carlos". Nel "compromesso con la ditta Bonci e Rutelli per il 2. tronco di Via Roma", all‘art. 19 era espressamente previsto che "i materiali ed oggetti che ad inappellabile giudizio del Soprintendente del locale Ufficio Regionale e belle arti saranno reputati di carattere artistico e archeologico […] rimarranno di proprietà del comune a cura del quale saranno dimessi e trasportati". Come si evince dall‘iscrizione sulla base, la statua è opera di Procopio Serpotta eseguita nel 1727. La sua realizzazione si pone quindi in anni di fervida attività dello scultore, immediatamente dopo la decorazione con le statue delle "Sante Patrone" della città e con quelle delle "Virtù" e delle "Scienze" dell‘Oratorio di Santa Caterina (1726); nello stesso 1727 Procopio Serpotta aveva modellato anche la statua di Carlo IV e dell‘imperatrice Elisabetta Brunswick, oggi perdute. Il Palazzo del Re è citato dalle fonti storiche sulla città di Palermo; in una incisione del Bova allegata al "Palermo ammonito…dal formidabile terremoto del 1726" del Mongitore (1726) è visibile la "strada del Re", ove sorgeva l‘edificio. F. M. Emanuele e Caetani Marchese di Villabianca nel suo "Palermo d‘Oggigiorno" ricorda che il palazzo, ubicato "nella strada del Giardinazzo, affaccio la casa di Airoldi alla Misericordia" (odierna piazza Croce dei Vespri), già appartenuto ai Platamone, era di proprietà di Salvatore Buttafoco; in nota il Di Marzo aggiunge che (nel 1875) esso apparteneva al barone Agati. Nell‘ "Elenco dei fabbricati di carattere monumentale e storico della città di Palermo" del 1903 è citata in Via del Teatro Santa Cecilia la "casa del barone Acates segnata col civico 68 con la statua dell‘Infante Don Carlos, figlio di Filippo II di Spagna". In relazione alla statua, il Villabianca, riprendendo acriticamente una notizia più antica dal "Palermo ammonito" del Mongitore, attesta che una statua in pietra rustica, raffigurante Filippo II ancora giovane principe e quindi infante di Spagna e per questo senza corona, stava eretta su un arco di un balcone in un palazzo nella strada del "Giardinazzo" a Palermo, tant‘è che veniva chiamato la "Casa del Re". Tuttavia i Platamone, famiglia proveniente dalla Spagna al tempo di re Alfonso, e di cui alcuni discendenti ricoprirono importanti cariche pubbliche, pare che riconoscessero nel giovine rappresentato nella statua il Re Martino, dal quale ritenevano di essere discendenti anziché Filippo II infante di Spagna (cfr. Mongitore). Il Mongitore citando la "Casa del Re" con vicolo e cortile chiamati anch‘essi "del Re", riporta che a causa del sisma del 1 settembre 1726 anche questo edificio ebbe parecchi danni, tra cui la caduta della "Statua del Re". Con ogni probabilità quindi la statua in stucco di Procopio Serpotta fu eseguita in sostituzione di quella in pietra danneggiata a seguito del terremoto. Non è purtroppo leggibile il casato del committente, anche a causa di una vecchia integrazione in gesso
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900271269
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2021
- ISCRIZIONI sul piedistallo - 1727 - ESPENSIS ...+D+... SALVATORIS... DE ...GEIS *?*/ PROCOPIVS SERP..TA +FECIT+ *?* - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0