piedistallo di Vitagliano Gioacchino (attribuito), Serpotta Giacomo (attribuito) - bottega siciliana (inizio XVIII)

piedistallo,
Vitagliano Gioacchino (attribuito)
1669/00/00 - 1739/04/27
Serpotta Giacomo (attribuito)
1656/03/10 - 1732/02/27

Alto piedistallo in marmo bianco di carrara con intarsio in marmi e pietre policrome a motivi geometrici e fitomorfi e parti a rilievo. Sul fronte sono scolpiti tre puttini che sorreggono un'aquila che fra gli artigli regge un cartiglio

  • OGGETTO piedistallo
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura, a intarsio
  • ATTRIBUZIONI Vitagliano Gioacchino (attribuito): scultore
    Serpotta Giacomo (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Regionale della Sicilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Abatellis
  • INDIRIZZO via Alloro 4, Palermo (PA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel un contratto del 26 agosto 1703 Gioacchino Vitagliano, su progetto di Giacomo Serpotta, si impegna a scolpire i piedistalli degli altari della Cappella della Madonna della Pietà nella chiesa delle Stimmate che gli furono commissionati da da Giuseppa Maria De Bononis abbadessa del Monastero delle Stimmate. La notizia si rileva nel bastardello n. 2160 pag.1666 del notaio Onofrio Sardo Fontana, Archivio di Stato di Palermo, citato da F. Meli. Il piedistallo catalogato proviene dalla demolita chiesa delle Stimmate. La chiesa delle Stimmate di S. Francesco a porta Maqueda a Palermo fu costruita all'inizio del XVII sec. per iniziativa di Donna Imara Branciforti figlia di D. Fabrizio, principe di Butera. Lì venivano accettate soltanto fanciulle che prendevano i voti provenienti da famiglie patrizie, tant'è che fu chiamato il monastero delle dame e ne potevano essere accettate soltanto cinquanta. Il monastero era dotato di giardino e di ampi locali. La chiesa aveva prospetto in pietra di taglio, l'interno ad aula, era preceduto dal coro sostenuto da due colonne; la volta era affrescata da Guglielmo Borremans e due cappelle laterali erano state decorate con stucchi di Giacomo Serpotta. Nella ricostruzione fatta da Filippo Meli negli anni trenta, del secolo scorso le cappelle decorate da Giacomo Serpotta erano quella dello Spirito Santo e quella della Madonna della Pietà e da una antica fotografia che ritrae la Cappella della Pietà, eseguita prima che la chiesa fosse stata demolita, studiata dallo stesso Meli, si vede l'opera decorativa nella sua integrità. Ai lati sono visibili i piedistalli a marmi mischi degli altari intagliati da Gioacchino Vitagliano disegnati da Giacomo Serpotta cognato dello scultore. Ciò si evince dal contratto di obbligazione in solidum stipulato dal notaio Onofrio Sardo Fontana il 26 agosto 1703. Il contratto, conservato presso l'Archivio di Stato di Palermo, obbligava Gioacchino Vitagliano ad eseguire con perizia, per la committente abbadessa Giuseppa Maria De Bononis, due piedistalli nell'altare della Madonna della Pietà che superassero e nelle dimensioni e nella decorazione quelli eseguiti nell'altare della Cappella di S. Francesco e commissionati dall'abbadessa suor Bianca Maria Gerbino durante il suo "governo". La committente inoltre per la realizzazione dell'Altare della Pietà chiedeva che i gradini e i mensoloni e la base dell'altare fossero eseguiti a marmi mischi o con marmo nero o di paragone e al centro di questi piedistalli fosse inserita una grande aquila che poggiasse gli artigli su una zagarella sostenuta da due puttini ilari e scherzanti e che il progetto decorativo, eseguito da Giacomo Serpotta necessitasse dell'assenso dell'architetto don Paolo Amato. Così affinché la committente fosse certa della realizzazione dell'opera fa stipulare il contratto dal notaio in solidum tra il Vitagliano e il Serpotta. Lo studio stilistico effettuato dal Meli sulla decorazione della Cappella della Pietà rivela un preciso schema serpottiano per la composizione degli stucchi che a sua volta è suffragato anche dall'obbligazione in solidum stipulata col contratto notarile il 26 agosto 1703. Intorno alla fine del XIX sec. sia la chiesa che il monastero insieme ad altri edifici li situati furono abbattuti per la costruzione del teatro Massimo ed alcuni elementi decorativi furono portati al Museo Nazionale di Palermo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900267667
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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