Incoronazione in cielo di S. Caterina d'Alessandria. Incoronazione in cielo di S. Caterina d'Alessandria

dipinto post XVII - ante XVIII
Grano Antonino (attribuito)
1660/00/00 - 1718/04/15

Il dipinto inquadrato in una cornice mistilinea con andamento ovale ed orientato con il lato lungo da ovest ad est, com'è indicato dalla corona in rilievo a stucco, alla sommità verso l'abside. All'incoronazione di Santa Caterina da parte della Vergine, si aggiungono in alto due putti in volo che recano la corona ducale e la palma del martirio. in alto ancora l'Eterno con Cristo e la croce nonché la colomba dello spirito Santo. Angeli e putti tutto intorno alle immagini trinitarie. In basso a sostenere il soffice strato di nubi un angelo con grandi ali. La gamma cromatica è bassa, a partire dall'azzurro di base in basso, assistiamo ad un passaggio dal plasticismo barocco alle più aeree levità settecentesche. Anche il cangiantismo del manto di Santa Caterina e della sopraveste azzurra della Madonna appare contenuta in tonalità chiare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 7400 mm
    Larghezza: 3800 mm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Tardo Barocco
  • ATTRIBUZIONI Grano Antonino (attribuito): pittore
    Grano Paolo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE oratorio di Santa Caterina d'Alessandria
  • INDIRIZZO via Monteleone, 16, Palermo (PA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Antonino Grano, morto nel 1719, aveva iniziato l'affresco della volta dell'oratorio di Santa Caterina d'Alessandria l'anno prima. "Alla sua morte nel 1719-scrive Filippo Meli- il figlio Paolo anche lui pittore ma di valore alquanto inferiore al padre, continuò i lavori della volta e del cappellonetto come attestano i pagamenti in data 5 luglio 1719. Poco dopo il doratore Michele Rusciano depose "loro negli estremi dello stesso" e nell'ottobre dello stesso anno Procopio Serpotta fu chiamato dai confrati per decorare a stucco "la nave dell'oratorio". (Primo contratto del 24 ottobre 1719 presso notar Gaspare Maria Pareti). E' dunque da escludere una partecipazione del Randazzo alla stesura dell'affresco, tenendo presente che Filippo Randazzo nato a Nicosia morì a Palermo nel 1744. L'attribuzione dell'affresco della volta ad Antonino e Paolo Grano si fonda su considerazioni stilistiche supportate da indicazioni documentarie. Come precisato recentemente, si è finora pensato ad una sostituzione dell'originale affresco dipinto dai due Grano con un'altra opera dello stesso soggetto dipinta da Filippo Randazzo (Nicosia 1692-1744 ca.) l'attribuzione al Randazzo fu formulata nel 1948 da Giuliana Alajmo (Palermo 1948 p.6), ma più recenti interpreti l'hanno contestato supponendo nel Gìuliana Alajmo un preciso riferimento alla decorazione della volta della chiesa di Santa Caterina a Palermo (M.G.Paolini p.12). Il Randazzo è infatti da escludersi, tenendo conto delle più intense cromie e della pittura "a corpo" anzichè a velature del pittore di Nicosia. L'incoronazione di Santa Caterina dell'omonimo oratorio, va invece rapportata ad un'altro affresco: Incoronazione della Vergine, affrescata nel soffitto dell'oratorio del Sabato sovrastante la chiesa del Gesù a Palermo, anche quest'ultimo ipoteticamente attribuito al Randazzo (C.Siracusano 1986 pp.234-236.) E' invece da accogliere l'attribuzione del dotto gesuita Guido Macaluso, ad un'opera in collaborazione realizzata da Filippo Tancredi ed Antonino Grano, che la eseguirono prima del 1686 (G. Macaluso 1983 p.38-39.). Basterà confrontare nei due affreschi del Sabato e di Santa Caterina d'Alessandria, i valori compositivi e la disposizione in superficie piana delle due incoronazioni per accertare una sicura affinità fra le due opere corroborata altresì dal pressocché identico volto della Santa Caterina dell'Olivella, col viso della Vergine "nella Fuga in Egitto", opera certa dipinta da Antonino Grano nella chiesa di Santa Maria di Valverde e dove appunto il Grano splasticizza le forme per evidenziare attraverso sottili linearità una maggiore compenetrazione tra figure e spazio.(M.G. Paolini op.ct.pp.10-11).Il Rapporto Tancredi-Grano, si individua attraverso l'acquisizione nel pittore palermitano dei modi conpositivi del Maratta (visione Cortonesca in valori di superfici e, per le figure, delle influenze del Sacchi),interessante cogliere nel Tancredi-trasferitosi per lungo tempo a Palermo-la disposizione delle figure sulla diagonale, per consentire un'effeto di profondità spaziale che sarà proprio anche del Grano ed evidente nell'Incoronazione di Santa Caterina d'Alessandria (M.Guttilla 1974 p.11). Un'altro elemento che dal Tancredi si trasmette al Grano si riferisce alla tecnica della pittura murale, "lavorava a vero fresco scrive il Susinno- con semplici terre e calce di Palermo che è crassa e pastosa al pari della biacca- affermando che il solo seccato, siera questo che non tormentava i colori" (F.Susinno 1724,rist. 1960 p.283).E' questa la tecnica che riscontriamo prevalentemente nell'affresco in esame, dove le zone ritoccate a tempera vanno attribuite a Paolo Grano ed a successivi interventi restauratori
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900264828
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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