Cristo crocifisso. Crocifisso

crocifisso, ca XIII - ca XIV

Cristo è rappresentato morto, senza segni di spasmo sofferti, eccetto per la forte coloritura delle ferite e del sangue, ma potrebbe trattarsi di una manipolazione successiva giacchè lo stato di conservazione dell’opera permette di ipotizzare un intervento novecentesco non documentato. Egli è disteso sulla croce con le braccia lievemente all’insù, quasi dritte; il capo è reclino in avanti e sulla destra, i capelli dorati spartiti ai lati del collo; il torace largo, l’addome segnato e il ventre gonfio, con un evidente restringimento alla vita; le gambe sono rannicchiate con le ginocchia unite e i piedi sovrapposti. Un lungo perizoma dorato gli avvolge gran parte delle cosce, rendendone evidente la tornitura tramite il diverso andamento delle pieghe e le due rimboccature laterali; dorata è pure l’aureola crucisignata e il cartiglio rettangolare dell’ ”INRI”, appeso allo stipes. Appartiene al “tipo” iconografico del ‘Cristo vincitore’ per la serenità espressa dal corpo che diviene simbolo della vittoria sulla morte. A livello stilistico, il Crocifisso mostra una sorta di astrazione della forma, tendendo tutte le sue parti al volume geometrico pieno, con lievi particolari inclini al decorativismo come il perizoma e le ciocche di capelli. I caratteri strutturali dell’opera sembrano presumere agganci con soluzioni tipicamente trecentesche, e risoluzioni un po’ più avanzate, come la posizione della braccia stese diritte sulla croce e la singolare realizzazione a calotta dei capelli che testimoniano esemplari lucani e che a loro volta rimandano a influssi catalani o catalaneggianti uniformemente diffusi nel Mezzogiorno

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