Morte di Lucrezia. Lucrezia

dipinto, 1690-1710

Dipinto raffigurante la morte di Lucrezia che si suicida trafiggendosi, alla presenza del marito, del padre e di Lucio Giunio Bruto che giurano vendetta

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Giordano Luca (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Arnone
  • INDIRIZZO Via Gian Vincenzo Gravina, Cosenza (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto La Morte di Lucrezia custodito nella Galleria Nazionale di Cosenza è stato realizzato, probabilmente, a pendant con la tela rappresentante la Morte di Cleopatra. In effetti, la rappresentazione congiunta delle due donne, unite dal gesto suicida che stanno per compiere ma divise da valenze di segno contrario, rientrerebbe nell'ottica moraleggiante del barocco. Ad una lettura per contrasto, infatti, castità e fedeltà coniugale, virtù attribuibili a Lucrezia, vengono valorizzate da seduzione e lussuria, vizi propri di Cleopatra. Di Luca Giordano, alla cui autografia la tela in argomento va certamente riferita, Bernardo De Dominici ricorda l'esecuzione per Andrea d'Avalos, marchese di Montesarchi, di "bellissimi quadri di favole, o d'historie come di Lucrezia con Tarquinio". Oreste Ferrari ha cercato un possibile rapporto fra la tela in esame ed il passo del De Dominici, ma la critica contemporanea tende a identificare il dipinto descritto dal De Dominici con quello custodito nelle Gallerie di Capodimonte a Napoli, firmato e datato 1663, raffigurante Lucrezia che respinge Tarquinio meglio noto come Lucrezia e Tarquinio, del quale, tra l'altro, è conosciuta una versione, ritenuta di anni leggermente posteriori, un tempo conservata a Monaco. I dipinti sinora rintracciati dallo studioso come provenienti con certezza dalla collezione d'Avalos sembrano improntati ad un maggiore "venetismo tizianesco" mostrando una maggiore libertà d'impaginazione, una pennellata più sciolta, una gamma cromatica ricca e luminosa. Diversamente, i dipinti cosentini mostrano un impianto compositivo più classico, che li fa propendere per una datazione tarda dell'attività di Luca Giordano forse nel caso anche aiutato da qualche allievo, tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo. Daria Borghese, che nel 2003 compila la scheda per il catalogo della mostra cosentina curato da Rossella Vodret, ipotizza che il pittore sia ritornato sullo stesso soggetto realizzato per Andrea d'Avalos a distanza di qualche decennio probabilmente per conto di un collezionista del pari colto e raffinato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800109779
  • NUMERO D'INVENTARIO 9
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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