Caino uccide Abele. Caino uccide Abele
dipinto
1600 - 1699
L'impianto iconografico rispecchia quello classico tratto dall'episodio biblico: Caino trattiene il fratello per un piede mentre con la destra brandisce l'arma con cui lo colpirà
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 175,5 cm
Larghezza: 134 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Napoletano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Civica di Reggio Calabria
- LOCALIZZAZIONE Teatro Comunale "Francesco Cilea"
- INDIRIZZO Corso Giuseppe Garibaldi, Reggio di Calabria (RC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proviene dalla chiesa dell'Oratorio dei Padri Filippini di Reggio Calabria a cui nel 1859 subentrarono i Padri Redentoristi; in quella chiesa il dipinto rimase fino al 1863, quando fu trasferito nella chiesa di San Giuseppe come risulta documentato da un inventario stilato all'atto di passaggio dei beni da una chiesa all'altra (Geraci 1975). La tela giunge nelle collezioni comunali reggine il 5 ottobre 1889 per esigenze di restauro. Della travagliata vicenda conservativa dell'opera è testimonianza anche la sua successiva inclusione nell'elenco del Civico Museo di Reggio relativo ai quadri bisognosi di urgenti interventi di restauro. Proprio i vari interventi conservativi sul dipinto ne hanno alterato i valori chiaroscurali per cui la rappresentazione ha perso profondità. Tuttavia se ne può cogliere l'interessante studio plastico dei nudi in movimento e la preminente attenzione alla resa drammatica dei valori luministici. In rapporto al modulo chiaroscurale di stampo caravaggesco, Geraci aveva attribuito l'opera a un artista della scuola di Lionello Spada, soprattutto perché un medesimo soggetto - ma con i protagonisti atteggiati diversamente - è esposto nel Museo di Capodimonte a Napoli ed è attribuito a quest'ultimo artista. Prima di quella espressa da Geraci, altre attribuzioni si erano orientate verso i caravaggeschi siciliani (Stomer, Mario Minniti, Alonso Rodriguez e Paladino) o verso i napoletani, come Giovan Battista Caracciolo, al quale sembra fosse intitolata la targhetta applicata sull'antica cornice. Oggi si preferisce riferire l'opera a un generico ambito napoletano. (Inv. n. 1928 C del Museo Nazionale di Reggio Calabria)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800022924
- NUMERO D'INVENTARIO 1928 C
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2020
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda storica (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0