Sant'Anastasia

dipinto,

Al centro della composizione vi è una figura femminile con uno scialle bianco annodato al collo ed avvolta in un manto viola la quale, poiché nella mano destra tiene la palma e con la sinistra un libro, è da identificare con Santa Anastasia. A sinistra si vede un basamento di un edificio sul quale poggia una colonna. A destra, in lontananza, è la scena di un mendicante che, in compagnia del suo cane, riceve l'elemosina da un passante; fanno da sfondo i resti di un edificio classico. Sul capo della santa è stata applicata una corona settecentesca in lamina d'argento sbalzato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Napoletano
  • LOCALIZZAZIONE Santa Severina (KR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Soprattutto nell'intenzione del pittore di voler rappresentare la santa nelle sembianze di una donna "vera", quasi una contadina, è possibile scorgere l'appartenenza dell'artista alla scuola napoletana di matrice naturalistica del sec. XVII. Così pure nell'individuazione di una precisa fonte luminosa proveniente da sinistra, che mette in evidenza il volto e lo scialle di Santa Anastasia, quest'ultimo analizzato nel cangiantismo di ogni singola piega, il nostro maestro rivela di essere a giorno delle conquiste della pittura "di lume" portata a Napoli da Caravaggio. Ancora, le piccole figurine che si vedono in lontananza sulla destra, sono dipinte con quella caratteristica tecnica "compendiaria" che, per mezzo di poche pennellate di luce schizzate sullo sfondo scuro, costruisce persone e cose; tecnica questa, appunto, che era stata elaborata dai primi caravaggeschi napoletani, Battistello Caracciolo e Carlo Sellitto particolarmente. Tuttavia, pur su di un sostrato culturale così contraddistinto, si nota un ingentilimento delle forme nel modellato del viso e nelle curvature delle dita della santa, che rimanda direttamente a Massimo Stanzione e Francesco Guarino (cfr. Civiltà del Seicento a Napoli. catalogo della mostra, Napoli, 1984, vol. I, pp. 324 - 332; pp. 473 - 485) e consiglia pertanto una datazione al quinto decennio del secolo XVII, anche se l'opera si trova in un altare che, in base ad uno stemma che ne commemora l'esecuzione, è possibile datare all'epoca dell'arcivescovo Alfonso Pisani 81585 - 1624). Va infine ricordato che il manto che avvolge la santa non è originale, ma è il frutto di una ridipintura settecentesca
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800022782
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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