crocifissione

pala d'altare,

Personaggi: Cristo; Maddalena. Figure: angeli reggicalice

  • OGGETTO pala d'altare
  • ATTRIBUZIONI Giovanni De Gregorio Detto Pietrafesa (1569-1579/ 1636-1646): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Calvello (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Molto complesso è il discorso relativo alla Crocifissione. De Bonis dice che la tela è attribuita a Guido Reni, confermando questa attribuzione. Egli, infatti, afferma che "la dolcezza espressiva del volto insanguinato, degli occhi lacrimanti [...] rivelano la mano dell'artista nel suo inconfondibile stile"(De Bonis, 1982, p. 59; De Bonis, 1996, p. 55; sull'attribuzione al Reni si veda anche Lisanti, 2003, p. 31). Sempre De Bonis, c'informa che la Maddalena è stata aggiunta successivamente da una mano inesperta per rimediare ai danni provocati da un incendio o da roditori (De Bonis, 1982, p. 59; De Bonis, 1996, p. 55). Una prima considerazione da farsi riguarda proprio l'attribuzione al Reni, artista vissuto tra il 1545 e il 1642 (Enciclopedia, 1986, p. 69), le cui opere ebbero molto successo nel Seicento, diventando esempi per moltissime copie. Si confronti il Cristo di Calvello con l'omonimo della Crocifissione presente, a Roma, in S. Lorenzo a Lucinia (1637-1638), o col Cristo della SS. Trinità, presente nella chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini a Roma, del 1625 (Emiliani, 1988, pp. 15 e 19), opera quest'ultima in cui "l'ideale classico si unisce ad un intento didascalico" (Emiliani, 1988, p. 14), per comprendere come l'artista attivo a Calvello non sia Guido Reni. Egli ha, infatti, un diverso approccio al colore, una diversa concezione plastica. D'altra parte, non posso che far notare come l'opera in questione fosse stata inserita da Nuccia Borbone Pugliese, già nel 1985, nel corpus del Pietrafesa (Borbone Pugliese, in Opere d'arte, 1985, p. 27), pittore vissuto tra il 1579 e il 1656 (Saccone, 1993, pp. 93-94; sulla questione dell'identità del Pietrafesa si veda anche Grelle, 2001, p. 303). La studiosa nota come gli angeli della Crocifissione e il Bambino, presente nel S. Antonio dell'omonimo convento a Pietrapertosa, del 1631, abbiano affinità con le figure eleganti del Borghese, o con quelle asessuate dell'Azzolino, pittori "che, a Napoli, sono orientati verso la pittura tardo manierista controriformata (Borbone Pugliese, in Opere d'arte, 1985, p. 27). Proprio i rapporti "col moderato naturalismo" (Saccone, 1993, p. 62) delle opere del Borghese, pittore a cui il Pietrafesa guarda, per esempio anche nell'Incoronazione della Vergine di Tito, opera del 1629 (Saccone, 1993, p. 67), inducono a datare la Crocifissione a quegli stessi anni. Anche il confronto tra il volto del Cristo di Calvello con quello, fotografato da Saccone, facente parte degli affreschi della chiesa dell'Annunziata a Cancellara (Saccone, 1993, p. 90), datati intorno al 1629, conferma tanto la datazione, quanto l'attribuzione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700136089
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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