monumento funebre - a tempietto - bottega pugliese (sec. XVII)
monumento funebre a tempietto
post 1641 - post 1641
Il monumento è articolato in tre registri orizzontali. Registro inferiore: al centro, paliotto (con iscrizione incorniciata da cartocci e sormontata da testina di cherubino) stretto fra paraste, a loro volta fiancheggiate da putti stanti. Registro mediano: al centro grande stemma sul quale due putti, poggianti su cornucopie, reggono la corona marchesale; fiancheggiano la specchiatura paraste a lobro, cui sono addossate cariatidi. Coronamento a timpano centinato, con ali spezzate entro cui s'inseriscono paraste scanalate fiancheggianti il busto del defunto
- OGGETTO monumento funebre a tempietto
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MATERIA E TECNICA
pietra/ scultura/ incisione
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MISURE
Profondità: 50
Altezza: 390
Larghezza: 255
- AMBITO CULTURALE Bottega Pugliese
- LOCALIZZAZIONE Genzano di Lucania (PZ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento sepolcrale accoglie le spoglie di Stefano De Marinis (appartenente alla famiglia genovese che nel 1616 aveva acquistato i feudi di Genzano e di Palazzo San Gervasio), morto nel 1641, della figlia e della nipote, entrambe di nome Costanza. Collocato originariamente nella chiesa conventuale di S. Francesco, alla sinistra dell'altare maggiore, il monumento fu smontato nel 1930 durante la demolizione della chiesa e depositato alcuni anni in un sotterraneo dell'abitazione di Vincenzo Olita di Genzano, amministratore dei beni della casa marchesale (cfr. Lorito E., p.118), per poi essere rimontato nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, all'inizio della navatella destra. Attualmente risulta privo di uno stemma che doveva sormontare quello ancora in loco. Lo schema compositivo, consistente in tre registri sovrapposti, riprende, con un salto di oltre un secolo, schemi tardo ottocenteschi e primo cinquecenteschi. Per il carattere degli ornati e per la condotta scultorea il monumento si collega alla scuola salentina, anche se è possibile che le maestranze provenissero dalla Terra di Bari dove, sulla scia di Nuzzo Barba e di Niccolò Ferrando, galatinesi, si sviluppò una scuola scultore di educazione "adriatica", che durò ben addentro il XVII secolo e che proprio nel XVII secolo ebbe interessanti manifestazioni a Bitonto (portale della Chiesa del Purgatorio) e a Gravina (decorazione scultorea di S. Maria delle Grazie, monumento sepolcrale di Arcasio Ricci in Cattedrale, ecc.). Non è improbabile quindi che a realizzare il monumento di Genzano siano state maestranze gravinesi continuatrici della feconda scuola galatinese trasferita in Terra di Bari
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700126647
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
- ENTE SCHEDATORE C337 (L.160/88)
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI registro inferiore, paliotto - D. O. M. / STEFANUS DE MARINIS GENUAE PATRITIUS / GENTIANI CLEMENTIA ET IUSTITIA INSIGNIS DNS, / COELUM PETENS / UT POPULO AMATO SUI DESIDERIUM LENIRET / HIC OSSA RELIQUI / CONSTANTIAE FILIAE ET CONSTANTIAE EX FILIA NEPOTIS / CINERE UNA REPOSITI / NE SUAVISSIMA PIGNORA MORS IPSA DIRIMERET / OBYT ANNO DNI MDCXLI DIE XXVI APRILIS / AETATIS VERO SUAE QUINQUAGESIMOTERTIO - lettere capitali - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0