Gesù Cristo benedicente fra San Giovanni Battista e Santo monaco

dipinto, 994 - 1029

L'absidiola in origine era interamente affrescata, oggi viene meno tutta la decorazione dell'ordine inferiore e purtroppo proprio le teste dei personaggi, volutamente asportate, che ne rendono difficile l'identificazione. Eccetto le teste, tale abside propone un'immagine meglio conservata, che fornisce più chiari dettagli su colori e tratti pittorici

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Campano
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa Inferiore, altrimenti detta Catacomba
  • INDIRIZZO S.S. 163, km 4, Maiori (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il personaggio più facilmente identificabile è quello alla nostra sinistra, quello centrale potrebbe essere Cristo e l'altro a destra un santo monaco; tutti e tre hanno l'aureola. Il Battista è vestito di porpora e della consueta pelle d'animale, e mostra con la sua mano sinistra un rotolo dispiegato. La figura centrale, vestita di bianco con manto dorato, con la mano destra in atto di benedire e con la sinistra velata a sostenere un rotolo, anche per la posizione occupata, potrebbe essere identificata con Cristo. La figura a destra, vestita di una tunica verde e un copritunica porpora, è un monaco. Elemento comune alle figure è il contorno marcato, ma più articolata è quella del Cristo, ove l'evoluzione del panneggio del manto, in chiave realistica, è sottolineata da linee bianche e rosse; più rigide sono le pieghe dritte dei santi laterali. Esse si stagliano su un fondo azzurro e poggiano i piedi - sembra - su un manto erboso. La decorazione di questa abside presenta elementi comuni con le immagini di quella centrale, tanto da indurre a considerarle del medesimo periodo. Nel corso degli anni gli studiosi hanno espresso pareri discordanti e spesso non hanno rilevato lo scarto stilistico esistente tra i dipinti delle absidi e quelli del vano antistante alla cappella. Di recente la Andaloro (1996) ha proposto per i dipinti absidali una cronologia successiva alla datazione delle porte bronzee di Amalfi per la derivazione delle forme allungate dei personaggi sacri, quindi il terzo quarto dell'XI secolo. Solo nei primi anni del nuovo millennio Braca (2003) ha messo a confronto i dati stilistici e i dati storici per giungere ad una più corretta distinzione tra le pitture absidali, afferenti alla primitiva cappella costruita con tutta probabilità da Pietro, dunque in una fase iniziale della vita dell'eremo, e le pitture del vano antistante, legate ad un successivo ampliamento di quelle strutture realizzato da Giovanni. Così il funzionario della Soprintendenza salernitana ha calato tali affreschi in un contesto culturale propriamente campano tra X e XI secolo, ipotizzandone, alla luce delle fonti storiche che rammentano l'attività di Pietro negli anni dell'arcivescovo di Amalfi Leone (987-1029), una datazione ai primissimi anni del nuovo secolo o comunque entro il 1029
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500863393-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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