dipinto, elemento d'insieme - ambito campano (secc. X/ XI)

dipinto 994 - 1029

L'absidiola in origine era interamente affrescata, oggi estese cadute di intonaco ne deturpano la lettura. Ampiamente compromessa è la figura di sinistra; priva del capo e di parte del busto è quella centrale; quasi del tutto scomparsa l'ornamentazione inferiore, ove Bergman intravedeva anche tracce di un'iscrizione su una fascia rossa (Bergman, 1995, p. 26)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 225 cm
    Larghezza: 110 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Campano
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa Inferiore, altrimenti detta Catacomba
  • INDIRIZZO S.S. 163, km 4, Maiori (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nonostante le amputazioni è possibile identificare i soggetti dipinti con Gesù Cristo benedicente fra due arcangeli. Cristo è rappresentato con la mano destra in atto di benedire e con la sinistra velata a sostenere un rotolo svolto, con i calzari ai piedi, con l'abito bianco e un mantello che sembra dorato; sul bordo della veste compare un motivo non ben leggibile. I due arcangeli hanno tuniche porpora e loros bizantini d'oro con pietre preziose. I soggetti sono resi su fondo blu, la parte inferiore è verde, la fascia d'appoggio dei personaggi è dorata. Nelle figure è evidente un trattamento del panneggio piuttosto rigido, con pieghe a tubicini davanti e zigzagate sul lato, che crea dei legami con la produzione campana tra X e XI secolo. I dati stilistici consentono di inserire la decorazione dell'absidiola centrale, al pari di quella di destra, nella prima fase di vita dell'eremo, quella dominata da Pietro, e così di distinguerla dalla Teoria di Santi del vano lungo antistante la chiesetta, successiva di qualche decennio (Braca, 2003, p. 33). Le diversità stilistiche tra le scene, ascrivibili a due distinte fasi costruttive del complesso, erano state rilevate in parte dagli studiosi, che hanno proposto datazioni spesso discordanti. Il Salazaro (1871) avanzava una datazione alta tra il VII e l'VIII secolo. Il Camera (1876), forse per una svista nella lettura delle fonti, identificava l'autore dei dipinti con un certo Leone d'Amalfi; sulle medesime posizioni si collocava anche Schiavo (1941). Bertaux (1904) proponeva i primi decenni dell'XI secolo per le affinità con la Grotta dei Santi di Calvi Vecchia. Anthony (1951) avanzava l'XI secolo. Wettestein (1960) preferiva anticipare al X secolo. Morisani (1962) suggeriva una datazione tra IX e X secolo. Belting (1968) era per la fine del X secolo, al pari di Pace (1994; 1981) e Falla Castelfranchi (1991). Bergman (1995) anticipava la datazione dei dipinti della cripta alla seconda metà del X secolo. La Andaloro (1996) avanzava i dipinti delle absidi al terzo quarto dell'XI secolo e ne tracciava le dipendenze dalle porte bronzee amalfitane. Abbate (1997) riproponeva le teorie dominanti senza fare alcuna ipotesi. Braca (2003) distingueva tra le fasi di vita dell'eremo e considerava le pitture delle absidi afferenti al nucleo più antico del complesso monastico, eretto da Pietro negli anni dell'arcivescovo di Amalfi Leone (tra il 994, ma nominato già nel 987, e il 1029), presumibilmente all'inizio dell'XI secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500863393-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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