Ecce Homo
dipinto,
post 1750 - ante 1774
Bardellino Pietro (attribuito)
1728/ 1810
Dipinto a olio su tela, di formato rettangolare, raffigurante l'Ecce Homo
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 47.5 cm
Larghezza: 35.5 cm
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ATTRIBUZIONI
Bardellino Pietro (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione Giuseppe Ottavio Eliseo
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pistilli
- INDIRIZZO Salita San Bartolomeo 18, Campobasso (CB)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La figura evanescente del Cristo, dipinta in origine su una tela di maggiori dimensioni, è riferibile ad un artista dell'entourage di Francesco De Mura; un confronto diretto con la Flagellazione di New York e con il Cristo alla Colonna del Pio Monte della Misericordia di Napoli, entrambe realizzate dal maestro napoletano nel 1760 circa, consente di rilevare come anche l'autore di questo dipinto abbia seguito la via della ripresa dei prototipi seicenteschi, rivisitandoli però in una chiave accademica di ascendenza neo-classica. Nonostante l'esplicito riferimento tipologico e iconografico al Cristo del De Mura, lo stile pittorico dell'Ecce Homo, dai contorni meno definiti e più evanescenti, si direbbe comunque più vicino a quello di Pietro Bardellino (1728-1810), esuberante allievo del De Mura, caratterizzato appunto "da delicate trasparenze cromatiche e da immagini di fragile consistenza corporea” (Spinosa N., 1993), ben rilevabili anche in altre opere dell’artista ed in particolare in due Pietà, la prima conservata in una ignota collezione privata e la seconda nella Collezione D'Onofrio a Napoli. L’opera appartiene alla collezione di Giuseppe Ottavio Eliseo, acquisita dall'Amministrazione Provinciale di Campobasso nel 1996 grazie alla passione e alla lungimiranza di Michele Praitano che ne ha evitato la dispersione. L'acquisto ha interessato un complesso di quasi 400 opere che si caratterizzano per la diversità tipologica degli oggetti: dai dipinti alle sculture, dalle ceramiche agli argenti, dai mobili a una numerosa varietà di altri manufatti. Giuseppe Eliseo, funzionario della Banca d'Italia a Campobasso, fu anche pittore e soprattutto appassionato collezionista d'arte. Nella sua ricerca del “bello” ebbe come riferimento l'altra importante raccolta costituita dall'architetto Giuseppe Barone, donata nel 1896 al comune di Baranello e divenuta così museo civico di quel centro molisano. Lo stesso Eliseo aveva percepito l'utilità della destinazione pubblica delle cose belle o comunque collegate alla storia e alla memoria della sua terra. Infatti nel corso della sua vita donò un rilevante nucleo di opere grafiche alla Biblioteca Provinciale “P. Albino”, la cui porzione più nota è certamente costituita dal gruppo di disegni autografi di Paolo Saverio di Zinno, preparatori per molte tra le sculture che l'artista campobassano realizzò nel corso della sua carriera artistica. La raccolta ben riflette la curiosità del suo proprietario, il suo gusto eclettico che lo portarono ad accostare volutamente negli spazi della sua casa dipinti antichi, argenterie, maioliche, tessuti, mobili e sculture e a trasformare il corridoio della sua abitazione al centro di Campobasso in una vera e propria “galleria” d'arte, dedicata alla amata pittura italiana dell'Otto e del primo Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400021850
- NUMERO D'INVENTARIO 73
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
- DATA DI COMPILAZIONE 1998
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda di catalogo (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0