motivi decorativi

decorazione pittorica, 1550 - 1550

Il ciclo di dipinti si svolge su tutto il primo piano del castello, e in stato di frammenti, anche in una sala del secondo piano(cfr. schede n. 00008350-00008351-00008352). Nel salone sono raffigurati paesaggi intervallati a figure allegoriche (cfr. schede n.00008301-00008302-00008303-00008304-00008305-00008306-00008307-00008308-00008309--00008310-00008311-00008312-00008313). Nell'atrio (cfr. pianta G.T.C.I.: A) è affrescata la sola volta a crociera con scene che illustrano gli amori di Giove (cfr. schede nn. 00008315-00008316-00008317-00008318). Nella stanza del camino e nella II sala (cfr. pianta G.T.C.I.: F e E) le pareti sono decorate con dipinti frammentari che riproducono girali (cfr. schede nn.00008319-00008320-00008321-00008322) paesaggi su di un alto zoccolo a finti marmi (cfr. schede nn 00008324-00008325-00008326). [continua in OSS]

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Donato Da Copertino (notizie Sec. Xvi): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello di Gambatesa
  • INDIRIZZO Largo del Castello, 16, 18, Gambatesa (CB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi costituiscono, dunque, la decorazione pittorica del castello di Gambatesa e furono commissionati, appunto, dal suo feudatario Vincenzo I Duca di Termoli a Donato da Copertino ed ai suoi allievi nel 1550. L'asserzione si basa sulle iscrizioni, anche esse dipinte, visibili nel salone (cfr. scheda n.00008305) e nella III sala (cfr. scheda n. 00008328), mentre nella quarta viene ribadita la committenza con la raffigurazione dello stemma del feudatario apposto sul camino (cfr. scheda n. 00008338). Si tratta di un ciclo di affreschi che, pur rivelando più mani, spicca inconfondibilmente nel contesto molisano per l'alta qualità dei dipinti e come testimonianza di una corrente romana parallela alla più famosa e ricca scuola napoletana. Come asserisce, infatti, il Pace "il quesito della formazione stilistica del pittore va risolto nell'ambiente romano, testimoniando egli un incrocio di cultura fra Daniele da Volterra e Pellegrino Tibaldi con inerenze salviatesche di derivazione di radice emiliana nelle vedute" (cfr. S. GATTEI - A. LA REGINA - R. MAINARDI - V. PACE - S. PIROVANO, 1980, p. 146). Va inoltre segnalato l'interessante accostamento fatto dallo Strinati tra questo Donato e quello d Formello di cui lio studioso pubblica un olio su tavola - Elemosina di S. Martino - conservato a Roma nella chiesa di S. Rocco, rilevandone le ascendenze vasariane. Si tratta, infatti, di un pittore che indubbiamente nei tratti fisionomici, nei chiaroscuri della figura del San Martino è facilmente accostabile al maestro che esegue a Gambatesa le virtù del salone, affiancate da quei telamoni con figure di vegliardi quasi copiati dal vecchio con la barba del quadro di Donato da Formello. Si vuole qui ancora sottolineare comunque, come i dipinti del castello siano appunto rintracciabili più artifici, i discepoli cioè segnalati nell'iscrizione (cfr. scheda n.00008305). Abbastanza uniformi sembrano, infatti, gli affreschi del salone (cfr. schede nn. 00008300-00008301-00008302-00008303-00008304-00008305-00008306-00008307-00008310-00008311-00008312-00008313) ad eccezione di quelli di alcune figure allegoriche (cfr. schede nn. 00008308-00008309), mentre la volta a crociera dell'atrio sembra riferibile alla scuola di Donato da Copertino (cfr. schede nn. 00008315-00008316-00008317-00008318) così come il fregio frammentario del secondo piano (cfr. schede nn.00008350-00008351-00008352)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400008299
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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