Storie di S. Pellegrino. Storie di S. Pellegrino
Le sei scene delle Storie del S. Pellegrino, il cui nome compare in lettere gotiche su una fascetta orizzontale posta all'inizio delle scene, sono dipinte al di sopra della cornice di scarico della seconda campata. Nel primo riquadro della sequenza viene rappresentata una figura nimbata in piedi, con un libro nella mano sinistra, nell'atto di benedire un uomo dotato di cufietta e di berretto che gli si inginocchia davanti. Nel secondo riquadro, un personaggio barbato e coronato, sta impartendo con la mano destra un ordine che sembra riferirsi a quanto sta accadendo accanto a lui: due aguzzini prendono per i capelli e fustigano una figura nimbata. Nel terzo riquadro, il santo si rivolge alle tre figure che ha in fronte a sè, due donne e un uomo, e porta la mano su un libro, come se stesse predicando. Nel quarto riquadro, la figura nimbata regge un cartiglio e ha di nuovo davanti a sè due donne e un uomo. Nel quinto riquadro, un soldato afferra la donna per i capelli e le brandisce la spada sulla testa. Nell'ultima scena, la figura nimbata è inginocchiata con le mani legate, mentre due carnefici la colpiscono con le lance e un personaggio non coronato sembra ordinare il martirio
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Produzione Romana Ambito Normanno Ambito Abruzzese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Oratorio di S. Pellegrino
- INDIRIZZO Via delle ripe, Caporciano (AQ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Da un punto di vista iconografico la sequenza descritta risulta di ardua comprensione, non solo per la continua diversificazione dei volti, ma anche perchè non è nota alcuna scrittura agiografica di S. Pellegrino, attestato come titolare dell'abbazia fin dal 1014. E' importante precisare che la documentazione relativa al monastero non conserva alcuna memoria di una leggenda redatta per la celebrazione della festa del santo, che nel calendario dipinto nella campata successiva è riportata al 18 novembre. Inoltre, non si conoscono altre attestazioni visive del culto illustrato a Bominaco, nè un santo di nome Pellegrino compare nei codici liturgici della diocesi valvese o di altri luoghi sacri del territorio. Da un punto di vista compositivo, i pittori attivi a S. Pellegrino, sembrano aver impiegato modelli di varia tipologia, materiali o virtuali, che avevano dietro di sè una lunga tradizione d'uso europea. In particolare mi riferisco all'uso della sequenza ininterrotta delle scene narrative. I fondali architettonici così come l'analisi delle figure umane, rimandano immediatamente ai mosaici parietali della Sicilia normanna di fine XII secolo e alla cappella di S. Silvestro ai SS. Quattro Coronati a Roma, della prima metà del Duecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300301933
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza unica Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' dell'Aquila e i comuni del Cratere
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza unica Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' dell'Aquila e i comuni del Cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 2019
- ISCRIZIONI Sopra la fascetta orizzontale, in alto alla prima delle sei scene - PEREGRINUS - caratteri gotici - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0