Ss. Trinità alla Zisa

Arcidiocesi Di Palermo/parrocchia Di S. Stefano/confraternita Ss. Addolorata Alla Zisa, 1844/00/00 - 1844/00/00

Edificio in muratura di piedritto costituita da grandi conci di pietra squadrati, che sorregge le volte reali a crociera che caratterizzano -al Piano terra- aula, nartece e antiatrio. Al primo piano, solo l'ambiente identificato quale 'soglio reale' (che insiste sul nartece) è coperto a crociera mentre il vano attiguo (che insiste sull'ambiente che abbiamo chiamato -come alcune fonti- 'antiatrio') è coperto con tetto spiovente sorretto da mezze capriate. Il coro, a pianta rettangolare, si restringe in alto fino a divenire -per mezzo di due mensoloni a nicchie alveolate- un quadrato, sul quale si imposta un tamburo a partire dal quale, con la mediazione di pennacchi a nicchie rientranti, poggia la cupoletta emisferica. In definitiva la struttura attuale è una struttura spingente. La spinta esercitata dalle volte è assorbita dallo spessore dei muri longitudinali (notevole, pari a m 1,09) e dei muri trasversali degli altri due ambienti, atteso che non esistono contrafforti. Tuttavia, i muri trasversali appartenenti al vano attiguo alla Cappella (facente parte del corpo lungo), svolgono un po' la funzione di contrafforti, coadiuvando ad assorbire le spinte della crociera che copre l'aula. Le spinte delle volte più piccole, invece, oltre che assorbite dai muri di spina e longitudinali, si elidono anche per mutuo contrasto. In realtà la cupoletta, oltre a costituire un sistema spingente, è in parte anche un sistema pesante, per la presenza del forte tamburo quadrato, ben dimensionato per assorbire gli sforzi di trazione che vi si generano e che vengono neutralizzati anche dalla probabile presenza di travi lignee alla base del tamburo (testimoniate da uno schizzo del Valenti). C'è da dire, tuttavia, che il funzionamento statico della struttura è stato modificato nel tempo. Si può ipotizzare che in origine fosse un sistema 'pesante' perché -forse- vi erano coperture lignee. Ma non si può escludere che, fin dall'inizio, la chiesetta fosse coperta con volte, verosimilmente a botte, che concretizzano anch'esse un sistema spingente. Di certo, comunque, il comportamento statico della struttura è stato alterato nel tempo, anche a causa dei sovraccarichi che la Chiesa ha sopportato, soprattutto a partire dall'epoca barocca fino ai restauri della seconda metà del '900, quando sono state eliminate le soprelevazioni. Tra la navata e il coro è posto un arco trionfale ampio, poco pronunciato -diversamente da quello della Favara o del Parco- largo quasi quanto la navata. Nel muro settentrionale della navata si legge la traccia di un'apertura che doveva costituire l'ingresso dall'esterno fino a quando fu costruita la Chiesa a fianco. Anche il nartece doveva essere aperto all'esterno, sul lato Sud. Seguivano un 'antiatrio' e un ultimo piccolo ambiente, oggi non più annessi alla Chiesetta e aperti all'esterno sul lato meridionale. Questi ultimi sono coperti, il primo, da volta a crociera, il secondo da due piccole crociere dai peducci pensili. Alcuni studiosi ipotizzano che quest'ultimo, piccolo vano, alloggiasse una scala per salire all'ambiente che introduceva al soglio reale; tesi non condivisibile proprio per la presenza delle due voltine a crociera

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