San Pietro Celestino. San Pietro Celestino

vetrata, ca 1450 - ca 1499

San Pietro Celestino è raffigurato a mezza figura, leggermente in scorcio, vestito dell'abito pontificale, con camice bianco, piviale azzurro bordato d'oro, finemente ricamato a fiori dorati, posti in maniera speculare su entrambe le spalle e fissato sul petto da una grande borchia di forma ovale, anch'essa decorata sull'intero perimetro. La mano destra è alzata in atto di benedire mentre la sinistra sorregge un modellino della città dell'Aquila. La figura abita uno spazio definito da un'edicola architettonica, il cui arco a tutto sesto, sostenuto da colonnine scanalate terminanti in capitelli troncoconici decorati con foglie di acanto, è modulato da decorazioni a palmette. La nicchia è modulata da un'articolazione molto complessa: una calotta nervata a guisa di conchiglia delimita lo spazio retrostante il santo, illuminandolo di una luce purpurea; dello stesso colore, anche se di un tono più vivace, è la cornice aggettante su cui poggia e che segna lo stacco con la parete sottostante, fittamente traforata da alte finestre trilobate

  • OGGETTO vetrata
  • AMBITO CULTURALE Ambito Abruzzese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
  • LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
  • INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il prezioso manufatto, conservato presso il Museo Nazionale d'Abruzzo, è pervenuto alle collezioni statali nel 1948 dal Museo Civico dell'Aquila. Concepito originariamente per la chiesa di San Flaviano, chiesa parrocchiale intra moenia costruita sulla roccia viva, probabilmente ricavata da una preesistente costruizione militare, in una zona della città strategica per la difesa o l'avvistamento della vallata che da piazza del Mercato, attraverso un dedalo di viuzze, confluisce verso Porta Bazzano per piegare, infine, verso la Basilica di Collemaggio, teatro dell'incoronazione a papa del santo raffigurato. Va notato che il personaggio qui è presentato con le prerogative papali, nonostante la sua canonizzazione sia avvenuta come "santo confessore" e non come santo pontefice. Sulla scia delle dispute suscitate dal singolare processo di canonizzazione, l'iconografia del papa presenta un repertorio iconografico piuttosto vario, in accordanza con le differenti committenze. Una rappresentazione piuttosto vicina a quella della vetrata in oggetto è l'affresco nella lunetta della Porta Santa di Collemaggio, riferibile al 1397, dove il santo con la tiara sul capo, tiene in mano il cartiglio identificabile con la "Bolla della Perdonanza". Rispetto a questo precedente, però, la vetrata di San Flaviano documenta un'evoluzione in senso civile del culto del santo il quale non è più il santo pontefice dispensatore di indulgenza, ma il difensor civitatis. L'analisi stilistica, infine, denuncia una datazione piuttosto tarda dell'opera e presenta commistioni tra residui di cultura tardogotica, nel decorativismo calligrafico delle vesti del santo e delle ornamentazioni che impreziosiscono la nicchia architettonica, e gli elementi che compongono la struttura stessa della nicchia, quell'impaginazione già classicheggiante che nella resa prospettica dell'architettura, richiama al Rinascimento aquilano. Il disastroso terremoto del 1461, che determinò pesanti interventi di ricostruzione della chiesa di San Flaviano, può essere assunto come termine post quem della sua realizzazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300282659OA
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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