Croce da iconostasi dipinta

dipinto, ca 1200 - ca 1249

La croce dipinta raffigura il Cristo secondo la tipologia alto medievale del Cristo "Triumphans", ovverosia trionfante sulla morte. Gli occhi risultano ben aperti, simbolo di Resurrezione, e sottolineano quell'espressione di solida e sacra impassibilità che nelle raffigurazioni successive cederà il passo alla sofferenza, alla rappresentazione dello spasimo e dell'agonia del "Cristo Patiens". L'opera si presenta molto guasta: sono ancora leggibili le grafie che disegnano e modellano il volto e il torace, ben eretto sulla croce: una sublimazione simbolica del dolore riprodotta attraverso la mancanza della gravità del peso della morte sulle membra fiaccate dalla passione. Ciononostante, la posizione non perfettamente frontale del capo, unitamente ad un leggero avanzamento dell'anca destra del Cristo, che sembra appena scorgersi tra i lacerti di pittura, collocano l'opera in un periodo di poco antecedente all'avvento del francescanesimo che rivoluzionerà la rappresentazione iconografica della Crocifissione

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centrale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
  • LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
  • INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La produzione di croci dipinte fu molto fiorente durante l'epoca romanica e gotica. Funzionali ad una fruizione visiva da parte dei fedeli durante le celebrazioni sacre, venivano spesso poste sulle iconostasi, tipologia cui appartiene la Croce dipinta in oggetto. Soprattutto in Toscana si affermò l'uso di corredare le croci dipinte con pannelli laterali raffiguranti storie inerenti la vita di Gesù o raffiguranti figure piangenti di Maria o San Giovanni. L'oggetto qui catalogato, rappresenta un rarissimo esempio abruzzese di Cristo "triumphans", avvicinabile a esempi umbro laziali, come la croce di Alberto Sotio del Duomo di Spoleto, grazie a particolari stilistici come il risalto dato alla definizione anatomica del torace, con caratteristici tratti orizzontali ben marcati o la soluzione originale delle narici di forma rettangolare. Alcune caratteristiche tecniche e stilistiche tradiscono una sensibilità dell'autore ad un'estetica vicina a quella alla Madonna di Sivignano e a quella di San Pio di Fontecchio; queste assonanze sono rintracciabili nelle soluzioni tecniche del modo di colorire gli incarnati, utilizzando il colore direttamente sull'imprimitura senza la consueta preparazione del cosiddetto "verdaccio", o nel gusto di contornare gli occhi con un velo di verde o anche nella decorazione dell'aureola
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300282658OA
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1200 - ca 1249

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE