Madonna in trono con il Bambino
scomparto di trittico,
post 1482 - post 1482
Alemanno Pietro (attribuito)
notizie dal 1475/ 1497-1498
La Madonna, seduta su di un trono sormontato da una trabeazione e arricchito da raffinate volute ai lati, è avvolta da un ricco manto dorato con decorazioni floreali ed il panneggio pieno e strutturato riporta echi crivelleschi. La damascatura del velo è ancora visibile, nonostante le vistose ridipinture subite dall'opera. In braccio ha il Bambino in posizione eretta e benedicente, con lo sguardo rivolto verso lo spettatore. E' abbigliato con una corta tunica verde stretta in vita da una fascia chiara
- OGGETTO scomparto di trittico
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MISURE
Altezza: 124 cm
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ATTRIBUZIONI
Alemanno Pietro (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
- LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
- INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera fu commissionata per la chiesa di San Giovanni Battista di Valloppiara, a Valle Castellana (TE) e, probabilmente nel 1714, a causa della distruzione di questa chiesa, fu trasportata nella chiesa parrocchiale di Collegrato, sempre a Valle Castellana. Il Moretti (1968) la assegna a Pietro Alemanno, notando la stretta affinità con la produzione marchigiana di Carlo Crivelli e la data alla seconda metà inoltrata del XV secolo. Proprio questa vicinanza tra i due artisti porta Zampetti (1952) prima e Tropea (1991) poi ad attribuire quest'opera ed il trittico di Santa Rufina, proveniente sempre dalla Valle Castellana, al Crivelli, nel periodo intermedio che va tra la realizzazione della Madonna di Poggio di Bretta ed il pentittico del Duomo di Ascoli, ossia tra il 1470 e il 1473. Bologna (1991) non concorda con questa attribuzione, ma riferisce i due trittici della Valle Castellana a Pietro Alemanno e fissa come termine post quem per la creazione delle opere il 1482, data in cui è stata realizzata la Madonna con il Bambino di Carlo Crivelli ora alla Pinacoteca Vaticana, alla quale il pannello centrale del trittico di Collegrato sembra ispirarsi. Questa ipotesi è stata ripresa anche da Giancola nel 2011.La studiosa, per rafforzare l'attribuzione all'Alemanno nota la stretta somiglianza tra il San Biagio rappresentato nel trittico e quello realizzato sempre da Pietro Alemanno per il pentittico dell'altare degli Schiavoni in Santa Maria della Carità ad Ascoli Piceno. Lo stesso si può dire per la cuspide con il Cristo in Pietà, che mostra punti di contatto con quelle della chiesa di San Salvatore a Cerreto, nel teramano, e di Montefortino. Qui, però, l'artista semplifica l'iconografia, raffigurando come Simboli della Passione soltanto i chiodi posti sul bordo del sarcofago
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300282632-1
- NUMERO D'INVENTARIO 118
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
- DATA DI COMPILAZIONE 2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0