altare maggiore, opera isolata di Ferrata Ercole (attribuito) (sec. XVII)

altare maggiore, ca 1640 - ca 1640

Due gradini marmorei sagomati sopraelevano la mensa dal piano di calpestio; il paliotto in marmo policromo presenta al centro il nome di Maria ed è affiancato da due mezzi pilastri sui quali è raffigurato lo stemma della famiglia Rivera sovrastato da un'elmo su cui posa un'aquila; il grado presenta inferiormente una fascia con specchiature di marmo policromo da cui partono quattro colonne a fusto liscio con capitelli corinzi. Tra le colonne è una nicchia. Nelle vele sono due testine di angeli. Superiormente una cornice decorata da girali floreali è sormontata da un fastigio a timpano ornato da piccole mensole, dentelli e motivi floreali. Nel timpano è ripetuto tra fiori il nome di Maria

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA marmo/ intarsio
  • MISURE Profondità: 260
    Altezza: 652
    Larghezza: 370
  • ATTRIBUZIONI Ferrata Ercole (attribuito): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE L'Aquila (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Da M. Morelli (1977, p. 52) si apprende che intorno al 1640 i nobili fratelli Colantonj affidarono all'architetto Ercole Ferrata il disegno della cappella dedicata all'Assunta di loro proprietà, sita in S. Maria di Roio dove oggi è ubicata la sala attigua alla sagrestia, che il Ferrata si trovasse ad operare all'Aquila in questo periodo è attestato anche da L. Serra (1929, p. 127) il quale dà notizia dell'attività dell'architetto nell'oratorio di S. Antonio De' Nardis S. Kambo (MCMXXXII, p. 58) a proposito di Ercole Ferrata cita testualmente: "... si trasferì.... in Abruzzo dove, fra l'altro, nella Chiesa di S. Maria di Roio, in Aquila, scolpì l'elegante altar maggiore"; allo stesso modo U. Baldini (1965, p. 502) fa cenno all'opera presa in esame. Anche il Signorini (1848, pp. 214-215) attribuisce l'opera all'architetto lombardo: "... potrei aggiungere il marmoreo altare in S. Maria di Roio scolpito da Ercole Ferrata di Como, che in Roma molte opere stimate parimenti compose. Questo altare si distingue principalmente per lo disegno e pel lavoro nell'intaglio dei capitelli...". Pertanto, in base ai testi consultati e riferimenti stilistici con le decorazioni del soffitto dell'Oratorio De Nardis, il compilatore ritiene che l'opera in questione sia certamente da attribuirsi ad Ercole Ferrata. La datazione è confermata dalla consacrazione dell'altare avvenuta il 21 novembre 1645 (M. Morelli, op. cit. 1977, p. 74). In origine l'altare era sprovvisto di un tabernacolo fisso in quanto, essendo posto in una Cappella, non doveva esporre il Santissimo, in Morelli (op. cit. 1977, p. 51) si legge che in seguito al terremoto del 1703 l'altare rimase esposto alle intemperie fino al 1803, quando l'Arciprete Don Francesco Bernasconi provvide a ripulirlo e a curarne il trasporto nel presbiterio, facendovi aggiungere l'attuale paliotto e un tabernacolo di legno con la facciata in marmo. Nel 1926, infine, il tabernacolo in legno fu sostituito dall'attuale interamente in marmo ad opera della Ditta Cesare Nicodemi di Massa Carrara cui si deve anche la realizzazione dei gradini (M. Morelli, op. cit. 1977, p. 53). La presenza degli stemmi ai lati del paliotto è motivata dal fatto che l'altare fu donato da Domenico Coplantonj, ultimo superstite della famiglia, a Marcontonio Rivera, con Istrumento del primo luglio 1722 (op. cit. p. 53)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300034853B
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici dell'Abruzzo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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