Madonna con Bambino

dipinto 1800 - 1899

Sul fondo d'oro è raffigurata la Vergine in trono con in braccio il Bambino Gesù che tiene nella mano destra una colomba. Ai piedi del trono due angeli con vasi di fiori

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centrale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Casa Museo Signorini - Corsi
  • LOCALIZZAZIONE palazzo Ciampelli
  • INDIRIZZO via Patini, 27, L'Aquila (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dall'osserazione della tavola rappresentante la Madonna col Bambino sembrerebbe di poter trarre la conclusione che sia opera di un pittore senese attivo verso la metà del Trecento. I caratteri della Madonna e del Bambino sono tipici della pittura senese di derivazione lorenzettiana; anche il trono gotico è di derivazione senese. I due angeli con vaso di fiori invece sono due tipiche figure giottesche che oltre alla tipologia conservano anche una salda e piena volumetria; contrastano infatti leggermente con la Madonna in cui sul volume predomina la linea. E' difficile trovare una simile contaminazione nella pittura senese, sempre tradizionale e chiusa ad apporti stranieri, ma sulla scia di Ambrogio Lorenzetti potrebbe anche essere accettata. Ciò che invece a mio parere non può essere accettato è l'estremo particolarismo che caratterizza l'opera. Ogni dettaglio è individuato e sottolineato da una linea scura e precisa che quasi sagoma i contorni dei volti, incide i riccioli dellacapigliatura del Bambino. L'angelo sulla destra della tavola sembra uscito da un quadro preraffaellita; i fiori nel vaso che tiene in mano sembrano una natura morta e sono quasi un trompe l'oeil. Il tutto poi apare un po' troppo rigido e dura, direiquasi faso. Ritengo quindi che la tavola sia stata eseguita nel corso dell'Ottocento a meno che queste caratteristiche così anomale non siano causate da vaste ridipinture (si notino a proposito le differenze tra i due angeli). (Sulla pittura senese del Trecento si veda E. Carli, La pittura senese del Trecento, Venezia, 1981, con ampia e dettagliata bibliografia. La bibliografia su Giotto è sterminata si consulti il recente: C. Brandi, Giotto, Milano, 1983). Dalla scheda della Carfagnini 1999: L'opera, già attribuita ad un pittore senese dell'ambito di Taddeo di Bartolo va invece riferita ad un eccellente autore del XVIII o XIX secolo. Nel corso del restauro infatti è stato individuato l'uso del "giallo di cadmio", un prodotto derivato dallo zinco, usato in pittura dalla metà del XVIII sec
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300027096
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni ambientali architettonici artistici e storici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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