San Bonaventura da Bagnorea

scomparto di polittico ca 1482 - ca 1482

Il Santo è raffigurato con un piviale scuro decorato con serafini sopra il tradizionale saio francescano. Con la mano sinistra regge tre libri. La tiara è sormontata dal cappello rosso, simbolo cardinalizio

  • OGGETTO scomparto di polittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ doratura
    tavola/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 40 cm
  • ATTRIBUZIONI Maestro Dei Polittici Crivelleschi (notizie 1489): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
  • LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
  • INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il polittico fu attribuito concordemente, più per tradizione che per un'analisi stilistica, a Cola dell'Amatrice dal Van Marle (1924, vol. XV, p. 103), dal Serra, (1929, p. 104) dal Berenson (1932, pp. 250-251) dalla Gabbrielli (1934, p. 43). Ma nel 1936 già il Borenius (1936, p. 12), confrontando il polittico di Harewood, arrivato in Inghilterra nel 1916 dalla zona di Chieti, con quest'opera e con un'altra proveniente dal Convento di Sant'Angelo d'Ocre, ora nel Museo Nazionale d'Abruzzo (cfr. scheda n. 16), li riteneva tutti ugualmente lontani dalla maniera di Cola delle sue opere certe, e ne scorgeva invece affinità con le opere di Pietro Alemanno. Successivamente il Chini (1934, p. 23) ed il Carli (1942, p. 29) credevano di individuare l'autore nell'abruzzese Giacomo da Campli, in un tentativo di ricostruzione della personalità pittorica di questo pittore, datando l'opera verso la fine del sec. XV. F. Bologna, finalmente, ricostruito un piccolo gruppo di opere molto affini per tipologia e stile, "gruppo di rara coerenza, cronologicamente imperniato sul 1489 del polittico di Tocco, fra i più tardi della serie"(1950, p. 369), dopo averle tolte al catalogo di Giacomo da Campli, le riferiva ad un artista che denominava provvisoriamente "Maestro dei Polittici crivelleschi". pittore dalla personalità ben precisa, di scuola crivellesca, ma di un crivellismo vissuto separatamente e lontano dalle Marche, lungo la vallata aquilana. La Arbace (2011) ripropone l'ipotesi Giacomo da Campli, soprattutto dopo le aggiunte al corpus dell'artista effettuate dalla Ludovici (2003), che nota come il maestro si sia liberato nel tempo delle asprezze giovanili, per assumere un'intonazione "severa e razionale" che contraddistingue le opere della maturità. Alla componente marchigiano- veneta, arricchita da Antonio e Bartolomeo Vivarini, si aggiungerebbe, sempre secondo la Ludovici, l'influenza di Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano, già notata dal Van Marle (1934, p. 240) per le opere, in quel tempo assegnate a Cola dell'Amatrice. La datazione dell'opera è da ritenersi antecedente al polittico di Sant'Angelo di Ocre; quest'ultimo, infatti, è da ritenersi secondo la Arbace (2011, p. 59) "modello del primo in seconda battuta" con alcune modifiche. Il termine certo è il 1482, anno nel quale viene santificato Bonaventura da Bagnorea, figura presente in entrambi i polittici. Qui, il Santo indossa un piviale azzurro, regge tre volumi invece che uno e benedice con la mano destra invece di reggere il pastorale, attributo del Santo, che era vescovo di Albano. Secondo la Arbace (2011), questa difformità può essere spiegata "con un inserimento in extremis in sostituzione di un altro santo francescano, appena giunta la notizia della santificazione"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300020082-7
  • NUMERO D'INVENTARIO 21
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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