Madonna con Bambino

scomparto di polittico, ca 1420 - 1430

Madonna in trono con Bambino La Madonna appare abbigliata con un manto blu intenso, impreziosito da una bordura verde cangiante e finemente decorato da motivi floreali. Sulle ginocchia tiene il Bambino, sgambettante, al quale è collegata affettivamente dall'incrocio di sguardi. Il gruppo sacro è incorniciato da una nicchia archiacuta polilobata

  • OGGETTO scomparto di polittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
    tavola/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Jacobello Del Fiore (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
  • INDIRIZZO Via Ottavio Colecchi, L'Aquila (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera si presenta come emblematica testimonianza della circolazione di artisti lungo la via dell'Adriatico, facendosi eccellente portavoce della cultura del gotico internazionale. Il polittico è stato registrato per la prima volta dal Bertaux come afferente al fenomeno dell'influenza dell'arte veneziana nell'Abruzzo teramano. Enzo Carli lo trovò in stato di semi abbandono nel 1938 e proprio le disastrose condizioni in cui versava hanno alimentato il dibattito critico sulla su paternità, impedendo subito un pieno riferimento a Jacobello del Fiore messo a confronto con il polittico di Teramo, a lui attribuito, raffigurante l'Incoronazione della Vergine, oggi conservato in Cattedrale. Al contrario, è stato considerato autografo da una cospicua parte della critica comprendente Bologna, Gallo, Abbate e Santucci, mentre il Volpe concordava con Pallucchini nel ritenerlo una produzione tarda probabilmente eseguita con la collaborazione del figlio di Jacobello, Ercole. Il Carli, invece, prende le distanze dall'attribuzione, rilevando lo stretto rapporto di relazione con alcuni lavori di Gentile da Fabriano, riferibili al gioco dei chiaro-scuri, all'utilizzo delle ombreggiature e alla delicata stesura dei colori. Sempre il Carli, tuttavia, non dimentica di sottolineare come in un confronto tra l'opera in esame e il polittico teramano, emergano strette affinità riguardo l'abilità nell'intaglio delle raffinate carpenterie, riconosciuta all'interno del territorio piceno tra le Marche e l'Abruzzo come reinterpretazione e rielaborazione locale della cifra tardo gotica internazionale. Non sono mancate proposte alternative come quella di Huter che si è espresso in favore del Maestro di Ceneda, della Torlontano che lo attribuisce al Maestro di Cellino Attanasio o di Andrea De Marchi il quale lo riferisce a Lorenzo da Venezia, attivo anche in Dalmazia. Rilevante fu, in ogni caso, il contributo di maestranze abruzzesi per ciò che riguarda la perizia nell'intaglio e nel cesello, derivante da una ragguardevole tradizione orafa che proprio tra il Trecento e il Quattrocento raggiunse i suoi massimi livelli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300020068-1
  • NUMERO D'INVENTARIO 86
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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