Festeggiamenti per la riparazione del soffitto del dormitorio nel Conservatorio delle Vecchie

dipinto, post 1861 - ante 1870

formato rettangolare

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Veduta raffigura il dormitorio nel Conservatorio delle Vecchie, costruito da Nicola Michetti (1675 ca –1758) - subentrato come architetto dell’ospizio dopo la morte del suo maestro Carlo Fontana (1638 – 1714) - per volontà di Clemente XI (1700-21). La nuova ala si aggiunse al primo nucleo dell’ospizio costruito per volontà di monsignor Carlo Tommaso Odescalchi (1627-1692) a cominciare dal 1686. In quell’anno il prelato acquistò un terreno presso il Porto di Ripa Grande, dando inizio alla costruzione del primo complesso (1686 – 1689) edificato su progetto di Fontana e Mattia de’ Rossi (1637 - 1695), con lo scopo di ospitarvi i ragazzi che, provenienti dall’antico ospizio di S. Galla e accolti la notte nella propria abitazione a piazza Margana, fossero tenuti lontani dalle “promiscuità” (per Carlo Tommaso Odescalchi, cugino e poi cameriere segreto di Innocenzo XI si veda R. Fiorentini, Livio Odescalchi, nipote di Innocenzo XI. Interessi famigliari e strategie di ascesa nella stagione dell’antinepotismo, a cura di A. Albertoni, Heidelberg, 2022, in part. p.164 e n.). Il 9 aprile del 1689 i ragazzi si trasferirono nella nuova struttura che, nell’aprile del 1693 viene ceduta al papa Innocenzo XII Pignatelli (1691-1700). Il Conservatorio delle Vecchie, terminato nel 1717, si sviluppa su via di san Michele - corrisponde alla parte occupata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione - di fronte al muro che un tempo lo divideva dagli orti di San Francesco a Ripa e S. Cecilia (oggi sede del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, si veda la scheda con la veduta esterna). Il dipinto, come gli altri due con le vedute esterne, è stato realizzato con una vena tipicamente popolare, ed è probabilmente opera di uno degli allievi dell’antico ospizio .La scena è ambientata nello stesso, l lungo dormitorio caratterizzato da file di finestre sulle pareti laterali e dove su quella di fondo è presente un altare (si segnala una fotografia del 1878 di Altobelli e Molins che riproduce il dormitorio delle zitelle, molto simile a questo del dipinto ma con il soffitto più basso, in cui sulla parete di fondo, come nel nostro caso, è presente un altare). Fu per impulso di Clemente XI (100-21) che i vecchi, uomini e donne, dell’ospedale dei Mendicanti a Ponte Sisto, fossero trasferiti nell’ospizio del San Michele, per gestire al meglio e tutte insieme le diverse realtà dei poveri e bisognosi di Roma (1708). Incaricò della costruzione delle nuove ali prospicienti la via di San Michele Carlo Fontana che, deceduto nel 1714, venne sostituito da Nicola Michetti. Arrivarono nell’ospizio 120 vecchie, ma molte altre ne entrarono nel corso del tempo. A seconda della loro situazione, inferme, invalide o faticanti, venivano destinate a varie attività, dalla lavanderia al rammendo o la filatura. (si veda C. Pietrangeli, L’Ospizio Apostolico di San Michele nella sua funzione religiosa e sociale, in Il San Michele a Ripa Grande, a cura di F. Sisinni, Istituto poligrafico dello stato, Roma, 1990, pp. 175-184). Se nell’altro dipinto si percepiva uno stato di agitazione, qui al contrario si sottolinea la gioia dello scampato pericolo. Anche le donne che prima erano nel letto si sono alzate. Si festeggia bevendo un bicchiere di vino, come documenta l’uomo seduto che lo accetta da una delle donne, sventolando un fazzoletto che forse ha usato per detergere il sudore dello sforzo per l’intervento di riparazione. Accanto lui gli operai e le altre donne, in circolo, vestite tutte uguali con cuffia, camicia abito e grembiule forniti dallo stesso ospizio. La tela è strettamente legata alla precedente, con la scena della riparazione, entrambe realizzate probabilmente prima del 1861, e certamente entro il 1870, periodo nel quale le attività didattiche e assistenziali controllate dal papato vennero meno, soprattutto col passaggio al nuovo governo italiano. Il dipinto può essere riconosciuto in uno dei quattro ricordati con il titolo Edificazione del S. Michele e datati all’inizio del XVIII secolo negli inventari della collezione: (1958/62 (73) e 1997 (83-86)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201389444
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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