fregio con storie mitologiche, paesaggi e grottesche

dipinto

fregio costituito da riquadri rettangolari e scene di paesaggio alternate a figure femminili con zampe di capre, erme femminili, ghirlande, mascheroni e nastri

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Duval Marc Detto Sordo (notizie Metà Sec. Xv): esecuzione scene
    Marchetti Marco Detto Marco Da Faenza (1526 Ca./ 1588): esecuzione (grottesche)
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE nei documenti rintracciati dalla Hewett (1928) questa stanza, definita 'la terza camera sul vicolo del Cefalo', risulta decorata allo stesso tempo di quello di Tobia. Il pagamento datato 27 maggio 1553 attesta che vi lavorarono Marco francese, impegnato per 13 giorni con una diaria di 35 baiocchi, Giovanni Antonio Napolitano (due giorni), Marco da Faenza (tre giorni), Geronimo da Faenza (tre giorni) e Giovanni Antonio Veneziano (un giorno) tutti pagati alla stessa cifra di 30 baiocchi quotidiani. L'ultimo pittore citato è Stefano da Firenze che per tre giorni ricevette 15 baiocchi al giorno. Alla decorazione non partecipò quindi il Ponsio presente invece nelle sale precedenti. Il fregio di questa stanza infatti si differenzia da quello delle altre sul vicolo del Cefalo. Innanzitutto per la scelta del soggetto che non cade più su episodi biblici, bensì mitologici, inoltre il numero delle scene appare ridotto mentre un maggiore rilievo viene dato alle parti ornamentali. Il più importante fra gli artisti attivi nella stanza è ritenuto Marco Francese, colui cioè che riscuote i pagamenti. La Hewett lo identifica con Marc Duval detto il sordo, allievo di Giulio clovio a Roma e in Francia alla corte di Carlo IX ed Enrico III. A lui andrebbero riferite le scene narrative migliori, mentre a Stefano da Firenze, identificato dalla Hewett sulla scorta del Vasari con il pittore Stefano Pieri, vengono assegnate quelle più rozze. Spetterebbero invece a Marco da Faenza, riconosciuto con certezza con Marco Marchetti, le splendide grottesche, genere per cui fu particolarmente elogiato ai suoi tempi tanto da non avere 'in ciò pari, ne che alla sua perfezione aggiunga' (Vasari). Ancora incerta appare l'identificazione dei soggetti della stanza per la quale ci si è attenuti a quella proposta da De Jong (1992). Quest'ultimo nota che la scelta su una tematica mitologica mette in evidenza la funzione privata della sala. Secondo i dettami della trattatistica del Quattrocento (Alberti, Filarete) il soggetto decorativo delgi ambienti privati doveva seguire quello delle ville che solitamente venivano ornate con la raffigurazione delle Metamorfosi di Ovidio, grottesche e paesaggi, proprio come nel fregio di questa stanza
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200864062-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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