capitello, serie di Drudo da Trivio (prima metà sec. XIII)

capitello, 1200 - 1249
Drudo Da Trivio (notizie Prima Metà Sec. Xiii)
notizie prima metà sec. XIII

Capitelli del ciborio collocati su colonne di travertino a sostegno del tegurium. I due a sinistra sono compositi, quello sulla colonna anteriore destra è decorato da foglie d'acanto e festoni di foglie sostenuti da quattro teste poste ai risalti angolari, tre animali ed una umana; l'altro è di ordine corinzio

  • OGGETTO capitello
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
    TRAVERTINO
  • MISURE Altezza: 35 cm
  • ATTRIBUZIONI Drudo Da Trivio (notizie Prima Metà Sec. Xiii)
  • LOCALIZZAZIONE Ferentino (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di capitelli posti a sostegno del tegurium impostati su colonne di travertino, opera del marmorario romano Drudo di Trivio. Notevoli per l'accuratezza dell'intaglio e dell'ornato, trattato col trapano, essi sono di ispirazione classica. Il ciborio è opera del marmorario romano Drudo di Trivio. Il suo impianto è analogo a quello del ciborio del Duomo di Anagni, secondo una tipologia del resto diffusa negli esemplari romani dal XII secolo. A differenza della simile opera anagnina, questa è priva del secondo piano della lanterna che, secondo la ricostruzione del Giovannoni, doveva avere forma ottagonale e sorreggere la piccola piramide terminale. Tale ipotesi non è da respingere, poiché da vecchie foto precedenti i restauri (foto che abbiamo potuto vedere nell'Archivio della Soprintendenza ai Monumenti del Lazio e riportate anche da C. Zannella, Ferentino, Inchieste sui Centri minori; ill. 370-71), sul ciborio, nella parte terminale, sono visibili quattro volute dorate incrociatesi nel mezzo, probabilmente sovrappostevi al tempo del rimaneggiamento barocco della Cattedrale, voluto al Vescovo Carlo Antonelli nel 1687 Ora, secondo il Giovannoni, a causa di tale decorazione potrebbe essere stata rimossa e perduta la parte terminale della lanterna. Che il tipo di ciborio architravato a più ordini di colonnine fosse diffuso nel Lazio, è dimostrato non solo dal citato esempio anagnino, ma anche da altri esemplari, quali quello di S. Clemente a Roma, quello di S. Lorenzo fuori le Mura (datato 1148 da Pietro Giovanni Angelo e Sasso, figli del marmorario Paolo), quello della Chiesa di Terracina, quello in S. Andrea del Fiume a Ponzano Romano, quello di S. Giorgio in Velabro, ed altri perduti in S. Croce in Gerusalemme (anteriore al 1144) dei S. S. Cosma e Damiano (anteriore al 1153) ed, infine, anche quello di S. Elia di Napoli. Grazie alle iscrizioni poste sugli architravi, è possibile datare il ciborio ferentinate, in base ai caratteri maiuscoli con elementi gotici, che penetrano nell'uso romano alla metà del secolo XII. I caratteri stilistici e morfologici dell'opera, inoltre, sono riscontrabili in esempi della fine del XII, inizio XIII secolo; ma la possibilità di una datazione più precisa ci è offerta dalla presenza del nome del committente Giovanni Arcidiacono di Norwich, appartenente a nobile famiglia ferentinate. Da quanto riferisce il Giovannoni, che ha approfondito le ricerche in questo senso, tale personaggio è infatti ricordato in un documento conservato nell'archivio di S. Scolastica (VI, 3), datato 12 maggio 1238 (Federici, Monasteri di Subiaco, II, p. 361, n. CCLXXXXVIII a). Il ciborio è dunque ascrivibile a un'epoca vicina a quella ricordata dalla pergamena: primi decenni del XIII secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200241082A-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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